Come spesso accade per questo genere di prodotti, spazianti dal rock al prog, con qualche venatura malinconica ed un filo di elettronica, il commento è sempre lo stesso: bello ma poco interessante.
Nel caso degli Awake (da notare l’originalità del monicker, esistono ben altre quattro band con lo stesso nome), il cd in questione non è neanche tanto bello. Alcuni brani sono piacevoli, il cantante è piuttosto coinvolgente, ma il senso di tutto ciò è davvero oscuro a capirsi. Ci sono decine di band che fanno lo stesso, e lo fanno meglio. Ci sono gli Evergray ed esempio, i Porcupine Tree e molti altri. Propongo allora di iniziare a scremare la mediocrità, sperando che sempre meno etichette producano band che non aggiungono niente, cosicchè l’arte possa magari avanzare un po’, dato lo stallo in cui versa.
I nostri inglesi, per la precisione di Cambridge, suonano bene ed hanno confezionato un album che si fregia di alcuni momenti piacevoli ed una resa sonora pulita e precisa. Spesso il Prog si stempera per lasciare il posto ad un Rock più lineare e “Pop”. Il tutto in una generale atmosfera di scontatezza e derivazione. Un paio di ascolti passano ma al terzo desidererete solo spararvi a palla un po’ di musica vera. E gli Awake farebbero bene a fare lo stesso, anzichè giocare ai Genesis del 2008.