Nessun nuovo disco in uscita, nessun tour promozionale in corso e quindi nessun obbligo di dover per forza parlare solo dell’ultimo disco uscito. I Behemoth sono quindi a nostra disposizione nella persona di un accaldatissimo Nergal in occasione della loro calata italica che li ha visti protagonisti sullo stage del Gods Of Metal. Le domande e le risposte si susseguono abbastanza in fretta con il nostro ospite che spesso non lascia nemmeno il tempo di portare a conclusione le questioni sollevate dal vostro intervistatore di turno e fornisce delucidazioni abbastanza lapidarie in merito ad argomenti che vorrebbero ben altri approfondimenti. Ma questo non importa, visto che riusciamo così a parlare a 360° di ciò che riguarda l’universo Behemoth, ricevendo in questo modo alcune succose anteprime di ciò che accadrà nei prossimi mesi intorno alla formazione polacca.
“Evangelion”, il vostro ultimo album, è uscito ormai un anno fa. Ne sei ancora soddisfatto?
Certamente, siamo tutti estremamente soddisfatti dei risultati ottenuti con quel disco. Credo che “Evangelion” si avvicini molto all’idea di album che ho e questo per me è piuttosto importante. Produzione, songwriting e tutto ciò che vi ruota intorno sono praticamente perfetti, quindi lo considero tuttora un ottimo lavoro.
E che tipo di responso avete ricevuto sempre per quanto riguarda il disco?
Solo feedback positivi, la gente adora quell’album. Certo, ad alcuni piace di più “The Apostasy”, ad altri “Demigod”, ma “Evangelion” ha comunque portato una certa freschezza nel sound della band e le persone che l’hanno ascoltato non possono non averla colta.
Ascoltando “The Apostasy” ed “Evangelion” si può notare come il primo fosse più intricato e complesso. Quali sono secondo te le differenze tra questi due album?
Hai ragione, “Evangelion” ha una struttura meno complicata, ma è un approccio che attualmente preferisco e che è venuto fuori spontaneamente, senza alcun tipo di forzatura. “The Apostasy” ha alcune tra le canzoni più complesse che abbia mai scritto, mentre “Evangelion” è appunto un po’ più semplice e focalizzato su un approccio più in-your-face.
In occasione dell’ultimo disco siete passati da Regain Records alla Nuclear Blast…
Si, fortunatamente è successo. Sai, la Nuclear Blast è un etichetta che ti può consentire di elevare la tua band ad un livello più alto e siamo orgogliosi di aver firmato con loro, ora siamo parte di una buona famiglia. Regain Records fa il meglio che può, ma comunque la Nuke è più grande e può darci più opportunità.
Il prossimo passo potrebbe essere una major…
Spero di non andare così lontano, eheh!
So che avete girato un video per la canzone “Alias, The Lord Is Upon Me”. Quello precedente è stato censurato sia da MTV che da Youtube per blasfemia, ti aspetti la stessa sorte per quello nuovo?
“Ov Fire And The Void” è stato rimosso in due ore, mentre al nuovo video do tempo circa 50 minuti per essere censurato e tolto dalla programmazione. È triste, ma ne sono convinto.
Hai già qualche idea sulla direzione che potrebbe prendere il vostro prossimo disco?
No, assolutamente no. Ora ci stiamo concentrando sulla realizzazione del videoclip, di un dvd ed anche di un libro che sarà la mia autobiografia ufficiale. Non ci sarà quindi nuova musica a firma Behemoth per almeno due anni, diciamo fino al 2012.
E che cosa mi dici a proposito dei vostri dischi passati? Sei ancora soddisfatto di quanto fatto?
Si, direi di si! Voglio dire, ogni album, ogni canzone che abbiamo scritto e suonato ci ha portato dove siamo ora, commettendo anche degli errori, per carità, ma siamo decisamente felici per ciò che abbiamo fatto e per quello che stiamo facendo.
So che la Regain Records ha ristampato “Demigod” con un bonus dvd. Siete stati coinvolti per questa release oppure l’etichetta ha lavorato da sola?
Ci hanno chiamato dalla Regain in occasione della ristampa di “Demigod” ed abbiamo contribuito fornendo lo show filmato a Tilburg, nei Paesi Bassi, durante il tour di “The Apostasy”. È stato un gran bel concerto e ne siamo molto fieri.
Durante questi 19 anni di esistenza dei Behemoth, molti musicisti si sono avvicendati al tuo fianco. Quali di questi consideri fondamentali per l’identità della band?
Considerando che gli ultimi tre dischi sono i più potenti e meglio composti che abbiamo fatto, la line-up attuale è assolutamente la migliore. Con questo non voglio affatto sminuire l’influenza che altri musicisti hanno portato nel sound della band, ma sono una persona che si concentra soprattutto sul presente e “Demigod”, “The Apostasy” e “Evangelion” sono gli album migliori che abbiamo mai partorito e quindi credo proprio che i ragazzi che mi accompagnano siano i migliori di sempre.
I Behemoth rispecchiano molto fedelmente quella che è l’evoluzione della scena metal estrema. Quali altre band credi che stiano facendo qualcosa di importante per evolvere questo tipo di sound?
(Ci pensa un po’, nda) Se dovessi darti qualche nome che secondo me potrebbe cambiare il futuro dell’heavy metal, ti direi i Watain e The Devil’s Blood, due band che rappresentano quello che potrebbe diventare il metal tra un po’ di anni. Entrambi prendono moltissimi elementi dalla vecchia scuola per evolverli in un nuovo modo, in un nuovo capitolo della musica pesante portando anche qualcosa di nuovo e di fresco.
Cosa mi puoi dire invece riguardo la scena polacca? Ci sono gruppi che apprezzi maggiormente provenienti dal tuo Paese?
Ci sono moltissime buone band in Polonia come i Furia e gli Infernal War. È una sorta di riscoperta del linguaggio del black metal tramite ragazzi molto giovani, ma già ora estremamente promettenti. Diciamo che il genere che va per la maggiore è il death metal, un fenomeno enorme dalle mie parti, ma sinceramente non mi piace un granché.
Il prossimo anno sarà il ventesimo anniversario dalla formazione della band. In che modo celebrerete questo compleanno?
L’avvenimento cadrà in ottobre e coinciderà con la pubblicazione del libro di cui ti parlavo prima, la biografia ufficiale dei Behemoth che sarà composta da 300/400 pagine e pubblicato in inglese ed in polacco. Ci saranno tantissime immagini ed episodi di cui la gente non è ancora a conoscenza, nonostante abbia fatto qualcosa come 2000 interviste nella mia vita. Vogliamo che i metalheads leggano anche, non solo che ascoltino musica.
Passiamo ora a domande un po’ più personali: qual è la differenza, se esiste una differenza, tra il tuo modo di essere sul palco, quindi con face-painting e costumi di scena, e la vita di tutti i giorni?
Quando salgo sul palco emerge l’altro lato di me stesso, che comunque fa sempre parte di me. È come una moneta: i due lati coesistono, ma se ne può guardare uno per volta. Si tratta di una sorta di alter-ego che viene fuori, ma è tutto molto naturale e reale, non cerco di mettermi addosso una maschera per essere qualcosa che non sono, non sarebbe onesto.
Che cosa ne pensi invece della religione?
Che ti devo dire, è l’oppio dei popoli (citazione di Karl Marx, nda). È qualcosa di cui le persone hanno bisogno, non vogliono far altro che pensare a sé stesse, ad essere apprezzate per forza e a non apprezzare invece gli altri ed è questo il motivo per cui l’umanità in generale necessita di figure che si elevino un gradino sopra tutti noi. Non credo di scoprire cose nuove parlando in questo modo, ma solo di enunciare dei fatti che potrebbero essere sotto gli occhi di tutti, ma che la gente preferisce non vedere.
Il tuo interesse per ciò che concerne la Storia è piuttosto noto ed a testimoniare questo c’è anche il tuo soprannome, Nergal, che proviene direttamente dalla cultura mesopotamica. Quali sono, a tuo giudizio, i periodi storici più interessanti?
Sicuramente quello che si sviluppò in Grecia, un periodo sicuramente cruciale per lo sviluppo dell’intera cultura europea. Purtroppo il tutto fu violato e castrato dal Cristianesimo e così ebbe inizio di fatto la costruzione dell’era in cui ci troviamo, ma in Grecia si sono comunque generate le basi per il mondo che conosciamo oggi, facendone la culla della civiltà.
E cosa ne pensi invece del periodo storico che stiamo vivendo adesso?
Beh, non è un bel momento. Sembra che l’evoluzione stia sempre più scemando, ma è solo uno dei cicli storici: ascesa e caduta si alternano da millenni e questo sembra proprio un periodo in cui l’umanità sta scendendo in basso. Se questo durerà 1000 anni o 20 anni non mi è dato saperlo, non sono in possesso di una sfera di cristallo, ma ho la mia testa con cui ragiono e quello che succede al giorno d’oggi non mi rende ottimista. Questo però non vuol dire che io sia una persona depressa, non mi ritengo tale.
L’ultima tua apparizioni in veste di ospite in ordine di tempo è stata quella sul debutto degli Ex Deo di Maurizio Iacono. Come ti trovi a cantare su dischi degli altri?
Faccio questo genere di cose solo se si tratta di amici. Conoscevo da un po’ i ragazzi dei Kataklysm e nutro un profondo rispetto per Maurizio, così quando mi ha chiesto se volevo apparire in veste di ospite nel suo nuovo disco gli ho subito risposto di si, fregandomene di quale tipo di musica fosse. Mi piace molto il concept degli Ex Deo e devo dire che sono una grande band soprattutto dal vivo, ancora più che su disco. E poi mentirei se ti dicessi che non mi sono divertito molto e che ho apprezzato tantissimo il risultato.
Ultima domanda: ieri i DevilDriver hanno suonato su questo palco. Che ricordi hai del tour che avete fatto insieme e, in particolare del concerto di Halloween a Londra nel 2009 (i DevilDriver salirono onstage con un face painting curato direttamente da Nergal, nda)?
La cosa che ti posso dire è che non abbiamo mai avuto alcun tipo di problema con loro, sono stati gentilissimi ed estremamente simpatici. Non li conoscevo prima di partire in tour, ma ne sono diventato fan appena li ho visti suonare e ti dico che sono un grandissimo gruppo, soprattutto dal vivo. Ci siamo divertiti molto in quel tour.