Dopo le sofisticate divagazioni di Votum, Jiranek e Proghma-C, concludiamo l’excursus discografico fra gli scaffali della Mystic Productions con il secondo album dei Black River; un disco che azzera tutto quanto detto e ascoltato fino ad ora, a dimostrazione della versatilità di questa giovane etichetta. Ma chi sono i Black River? Detto in soldoni, non sono altro che il side project di Orion e Daray, rispettivamente bassista dei Behemoth e batterista dei Dimmu Borgir.
Potrebbe essere il solito divertissement, il classico disco fatto per scherzo o per sfogare in qualche modo le proprie pulsioni musicali, mettetela come volete. Fatto sta che non è affatto un dischetto, questo. “Black n’ Roll” è un disco di puro, sano, gretto e scanzonato rock n’roll proposto in versione riveduta e corretta. Sorpresi? Proprio così, e sembra impensabile che a crearlo siano i membri di due fra le più quotate bands di metal estremo. Questo album, che in Polonia ha riscosso un successo di pubblico totalmente inaspettato, sposta dunque il tiro su sonorità rozze ed acide come quelle di gruppi quali Monster Magnet, Volbeat, Danzig, costruite su riff abrasivi e dominate da una voce graffiante e melodica. Largo quindi a sfrenati rock n’roll come appunto “Black n’ Roll”, “Too Far Away” e l’anthemica “Isabel”, pezzi che faranno la felicità dei vostri party alcoolici in compagnia degli amici, mentre i massicci midtempo presenti saranno croce e delizia del vostro povero collo in balia dell’headbanging (“Breaking The Wall” a tal proposito è un piccolo gioiello).
Lo spirito irriverente e scanzonato di questo prodotto è ben evidenziato nella spassosa “Jumping Queeny Flash”, curiosa riedizione di due superclassici della tradizione rock n’ roll (vediamo se indovinate quali sono!) ma se pensate che la band sia un treno impazzito capace solo di pestare duro, allora soffermatevi su “Morphine”, un pezzo che parte dimesso in una fitta rete di riff e voci filtrate che creano tensione prima di esplodere a metà canzone in un groove incalzante.
Ci sono tutti gli ingredienti per uno sleaze party coi fiocchi a base di whisky, donne e droghe come nella migliore tradizione, Il tutto centrifugato ad alto tasso di adrenalina. Lo chiamano banalmente rock n’roll del ventunesimo secolo. Questo è, né più né meno, e a sfornarlo sono due insospettabili alfieri del metal estremo. Il disco è pubblicato solo in Polonia e la band sta cercando un’etichetta per il resto d’Europa. Se questo “Black n’ Roll” è la premessa, c’è da scommetterci che ci riusciranno presto, alla faccia del side project.

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