E\’ uscito il nuovo disco di Blaze Bayley sai? – Di chi? – Blaze Bayley, l\’ex cantante dei Maiden!- Ah, si, Blaze…
Tipico discorso di due appassionati di metal.
Cosa voglio dire partendo in questo modo per questa recensione? Bhè, che ci troviamo di fronte all\’ennesima dimostrazione di quanto la carriera (e forse la vita) di Blaze Bayley sia legata alla Vergine di Ferro. Nel bene, perchè da cantante bravo ma semi-sconosciuto di botto si è ritrovato sulle copertine di tutti i music magazine e sulle bocche di tutti i metal fans… e nel male, perchè il troppo affetto dei fans, l\’abitudine, o semplicemente la diversità di carattere e stile musicale tra lui e l\’indimenticato Dickinson lo hanno etichettato come un fallimento già prima che la sua avventura nei Maiden partisse sul serio, segnando dal momento del ritorno del singer originale al ponte di comando della metal band per eccellenza un ridimensionamento di attenzione nei confronti di Blaze forse addirittura eccessivo.
Detto che a me personalmente i due album degli Iron ( X Factor e Virtual XI) in cui il nostro era protagonista alla voce sono piaciuti moltissimo e li continuo a spolverare con discreta frequenza (poichè certo molto diversi dal normale sound maideniano ma altrettanto vari, particolari e soprattutto meno commerciali e più \”atmosferici\” e cupi di molti altri dischi della band in epoca precedente ma soprattutto successiva quella parentesi), bisogna dare atto al buon Blaze di non aver mai mollato, e di aver sempre portato avanti la sua grande passione per questo genere di musica con costanza e dedizione invidiabile. Nella sua ormai cospicua produzione da solista o con band a suo nome infatti non ricordo alcun tonfo, e nemmeno momenti di stanca.
La musica ha dato e tolto tanto a Blaze si diceva, ma forse proprio la musica è riuscita a far passare indenne il nostro attraverso il momento più duro della sua vita, personale e professionale: la perdita della moglie, manager e ombra del singer in ogni sua mossa artistica e non.
Oggi ci arriva tra le mani questo \”Promise and Terror\”, e il mio pensiero dopo molti ascolti è quello che ebbi dopo aver ascoltato il lavoro precedente: bello e onesto. Cosa vuol dire? Vuol dire che da Blasze Bayley mi aspettavo proprio questo: un disco di purissimo heavy metal, senza compromessi ad alcun sottogenere o ad alcuna influenza. Solo asciutto, crudo, diretto heavy metal con tutti i crismi di tale genere: riffoni pesanti di chitarra, ripetitivi ed ossessivi, assoli ridotti ma ben dosati, batteria semplice ed efficace a dettare il rtmo alla truppa e poi la classica, inconfondibile ugola di Blaze, un singer di razza che forse non avrà l\’estensione di molti più blasonati colleghi, ma che sa sempre come concretizzare e caratterizzare una song. Una voce che farebbe la fortuna di una Folk Metal Band una Viking Pagan Metal band, roca e devastante, bassa e graffiante.
La band si inchina al suo re, e per tutto il disco non osa neppure lontanamente surclassarlo o coprirlo, ma si limita (egregiamente) a supportarlo, rendendo così le linee vocali il vero fulcro di ogni secondo di questo disco.
Un album che segna ancora un ulteriore, piccolo passo verso il definitivo distacco dalle sonorità maideniane cui comunque il nostro era legato e decisamente evidenti nei precedenti lavori del gruppo.
Un album che si lascia ascoltare gradevolmente dall\’inizio alla fine, che marca qualche leggero passaggio a vuoto in alcuni brani un po\’ ripetitivi e noiosi, ma che in linea di massima si mantiene sempre su livelli assolutamente di prim\’ordine, sia musicalmente che tecnicamente, passando da song dirette e pesanti quali \”Watching the Night Sky \” o soprattutto \”The Trace of Things That Have No Word \”, in cui ogni nanosecondo musicale trasuda Blaze Bayley-style, a song più riflessive e curate quali la malvagia e oscura \”City of Bones\”, in cui i cori colpiscono l\’ascoltatore provocando accapponamenti della pelle vari e ripetuti.
Qualche momento meno intenso c\’è, con un paio di pezzi \”già sentiti\” (Comfortable in Darkness su tutti), o con la classica e immancabile ballad che mai manca su un lavoro di Blaze (rappresentata qui da \”Surrounded by Sadness\”, bella ma nulla di trascendentale), ma ancora una volta la conclusione non può che essere questa: un ottimo album per tutti gli amanti del classic heavy metal. Sentitelo.