Strana la carriera di questo progetto, in verità una one-man-band, nata nel 1997, quando il protagonista Cristian Mustaine inizia ad interessarsi di occulto e film horror. Progetto che da allora, sotto varie etichette, vanta uscite discografiche a ripetizione, che in 14 anni porteranno al clamoroso (di questi tempi) risultato di 14 lavori, di cui un dvd live (sfida certo non da tutti visti gli impegnativi costi tecnici e la difficoltà di realizzazione di un progetto all’altezza).
Mustaine giunge pertanto sul mercato con un nuovo prodotto targato My Kingdom Music, certamente una delle migliori realtà a livello di produzioni metal in Italia, e lo fa con un lavoro che continua la strada intrapresa nei precedenti 2-3 album, ossia la ricerca di una maggiore violenza sonora all’insegna maggiormente del thrash a discapito di quella componente horror che, non solo visivamente ma soprattutto musicalmente, aveva accompagnato i primi lavori del progetto.
Così, se la voce del nostro continua a essere un perfetto mix di Steve Sylvester (Death SS) e King Diamond, le sonorità sono decisamente più accostabili a band quali Testament e Annihilator, riconoscibili soprattutto nelle linee chitarristiche, divenute davvero potenti e improntate a un suono più grezzo, meno armonico e certamente di maggiore impatto.
Si parte con una classica intro di tastiere evocative e sinistre, che si aprono subito sulla title track, “Misantropy”, uno dei pezzi più riusciti dell’intero disco, con i suoi riff ripetitivi ma orecchiabili e le sue serzate puramente american style.
Nulla di sorprendente nella seguente “Black Witches”, così come in “Dead Rising”, dove però, in entrambi i casi, il livello di qualità delle song e la piacevolezza d’ascolto sono salvate dallo splendido lavoro dietro la sei corde di Mustaine, che si esibisce in gorgheggi ruvidi ma precisi, ricchi di pathos, creando atmosfera tecnica in un gioco di note che spaziano senza ordine di continuità tra stop and go marziali e purissimi assoli heavy metal .
E’ quasi un brano strumentale “The Sky”, brano giocato soprattutto tra linee pulite e sporche di chitarra, che si fondono e confondono in continuazione coaudivate dal drumming dell’ospite Giuseppe Morazzoni alla drum machine.
E se la componente horrorifica compare nuovamente tra le righe nella evocativa “Cthulhu”, la successiva “Wicked Dream” è invece una delle song più violente e decise dell’intera composizione richiamando alla mente Megadeth e Testament .
Undici tracce compongono la versione “extended” dell’album, con nove brani inediti tra cui tutti i già citati, una tralasciabile versione mixata della sopra descritta “Cthulhu” e la cover della seminale “Come To The Sabbat” dei Black Widow, riuscita solo in parte, per un album certamente gradevole, che mette in mostra ancora una volta l’abilità e grande creatività del talentuoso Mustaine, ma che resta ancora nella fascia dei lavori belli ma non ottimi. Un disco dunque certamente ben ralizzato, in cui la voce, a tratti troppo giocata sulla somigliana anche a livello di impostazione del Re Diamante, risulta alfine un po’ monotona, ma che viene sempre supportata in maniera egregia dalle (queste sì) splendide linee musicali di chitarra, in grado di rendere personali anche song in realtà assolutamente nella norma. Nota estremamente positiva l’artwork, opera pittorica e fantasy nello stesso tempo, particolarmente curata e inquietante.