Con il debutto autoprodotto “Fallen From Heaven”, i triestini Bluerose danno vita ad uno splendido concept dai toni molto atmosferici che sanno prendere sfaccettature più dure e ricche di melodia. Le liriche vertono sulla storia dell’angelo caduto sulla terra dal nome, appunto, Bluerose e sui suoi progressivi stadi emotivi; il disco è inoltre composto da dieci brani effettivi alternati ottimamente da altre otto tracce strumentali/atmosferiche per un totale di quarantacinque minuti circa.
Proprio con un breve stacco strumentale inizia l’ascolto, seguito dalla title track “Fallen From Heaven”, dalla quale già si delinea lo stile della band, accostabile per alcuni lati a quello dei tedeschi Scorpions; la timbrica è pulita, le chitarre arricchiscono i toni hard rock con numerose parti soliste e le tastiere danno il tocco più scenico creando un perfetto ambiente musicale alle liriche designate.
Le tracce sono legate alla perfezione da questi mini-brani che fanno sembrare il prodotto un’unica canzone; il suono prende pieghe anche più dure con un brano potente come “Wasted”, separato da un pianoforte in lontananza dalla successiva “Lonely Days”, una splendida ballad che non cala di tono e che contiene un buon assolo.
Lo zapping di una radio (durante il quale si può scorgere l’inizio di “Holy Diver” dell’indimenticabile Ronnie James Dio (RIP) introduce l’incisiva “Rock On”: i riff heavy vanno a sovrapporsi a ritmiche serrate accompagnate da un chorus compatto composto da cori e seguito da un breve periodo di tempo in cui il tutto si placa per ritornare nuovamente ai precedenti toni energici. Niente intermezzo questa volta, “Power” si introduce da sola, con un intro più elettronico dovuto anche alla voce ovattata, che riprende a breve tonalità più dure, prevedenti anche un buon refrain; a mio parere nel complesso non è uno dei brani migliori.
Si procede con “On Through The Night”, pezzo veloce (poco meno di tre minuti) ma di notevole impatto, dai toni molto melodici e coinvolgenti che viene seguito da “Born To Be In Love”, altro brano dalle armonie solari ed attive contenente un buon riff portante. La chiusura di questo ottimo disco è affidata all’accoppiata “No More Lies”/”No One But You”, la prima incalzante e veloce e la seconda una splendida ballad che riesce a porre fine al cammino dell’angelo Bluerose con queste note acustiche e toccanti.
Senza dubbio abbiamo tra le mani un disco che vale la spesa e che per quanto mi riguarda mette questi giovani triestini tra le rivelazioni del 2011, grazie ad una originale composizione diversa dal solito standard che si è dimostrata di alto livello sia dal punto di vista tecnico che da quello compositivo. Hard rock ricco di melodia adatto ad ogni tipo di ascoltatore e sono certo che per superare questo prodotto con la seconda uscita, i nostri dovranno sudare parecchio!