Bob Catley continua a non sbagliarne una. Il cantante dei Magnum è tra i pochi a poter vantare una carriera discografica di qualità anche in veste solista e ‘Immortal’ si ritaglia sin da subito un posticino di tutto rispetto accanto ai grandi classici del minuto singer inglese.

Coadiuvato dal compositore Magnus Karlsson (l’artefice del progetto Allen/Lande) e dal bassista/produttore Dennis Ward (Pink Cream 69), Catley da vita a uno dei suoi lavori più riusciti interpretando (con la solita maestria di sempre) una manciata di pezzi memorabili. L’incipit è da brivido, con brani come ‘Dreamers Unite’, ‘We Are Immortal’ e ‘End Of The World’ a fare da apripista in maniera pressoché eccellente a tutto il materiale restante. Musicalmente parlando, questo ‘Immortal’ è ancorato ai vecchi cliché artistici targati Magnum e non mancano dunque soluzioni ampollose e tipicamente ’80s, riferimenti più o meno velati al genio di Ritchie Blackmore (era Rainbow) e tutta una serie di divertissement collaudati come cori, melodie e orchestrazioni altamente epiche. Che siano vivaci (‘One More Night’) o soavemente distesi (‘The Seacher’), gli episodi di ‘Immortal’ tradiscono un’incondizionata voglia di creare musica elegante, pomposa e intelligente facendo leva su quel crocevia artistico dove fanno capolino alcuni dei musicisti più ispirati del momento. Un sincretismo talmente riuscito che garantisce a ‘Immortal’ una longevità davvero invidiabile, sebbene poi ogni singolo tassello colpisca sin dal primo ascolto per delle capacità melodiche incredibili.
Non porge il fianco a nessuna critica, dunque, il nuovo pargolo del grandissimo Bob Catley. Il suo è un ritorno discografico di altissimo livello ma questa non è più una novità per il talentuoso cantante britannico…

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