Sono davvero bravi questi giovani Bullet, vengono dalla Svezia, hanno tanta voglia di fare e mettono tantissimo impegno su ciò che fanno per dimostrare a tutti che possono avere sul serio più di una voce in capitolo nell’attuale scena heavy e hard rock. La giovinezza, appunto è dalla loro parte, di sicuro se già ora sono capaci di convincere, c’è da sperare ed essere abbastanza convinti che in futuro i cinque ragazzotti avranno sicuramente la possibilità di affinare la loro proposta e risultare ancor più convincenti.
Di fronte abbiamo un buon disco, dell’ottimo heavy rock che attinge a piene mani da tutto ciò che di buono è stato fatto da formazioni quali AC/DC, Judas Priest e Accept. Quello che sentirete durante l’ascolto di “Bite The Bullet” è il perfetto bilanciamento delle sonorità dei tre gruppi suddetti. Chiaramente l’originalità non sarà il punto di forza dei nostri, ma non gli si può certo negare di avere una spiccata voglia di emergere, dimostrando di poter risultare abbastanza convincenti nonostante la proposta un po’ datata.
Credo che una delle cose importanti, al di là della musica, per un album, sia la cover. Se parliamo di un gruppo famoso, certo, l’importanza potrà essere relativa, visto che tutti lo compreranno comunque e lo conosceranno lo stesso, indipendentemente da ciò che è rappresentato in copertina. I Bullet in questo caso ci hanno azzeccato, non c’è cosa più giusta per dei ragazzi che si stanno facendo le ossa per emergere, di quella di mettere davanti agli occhi di tutti un’immagine di impatto per farsi subito ricordare alla prima occhiata. Bella in questo caso la scelta di un busto femminile, con chiodo di ordinanza, rossetto rosso fuoco ma senza lasciar vedere gli occhi, che fa proprio quello che indica il titolo, cioè addentare un proiettile. Bravi, non poteva esserci scelta migliore.
La musica come già detto si rifà al passato, in modo abbastanza positivo, anche se l’unica pecca può essere quella dell’originalità, non è facile scrivere musica di questo tipo nel 2009 e raccogliere un pubblico che non sia quello del metalhead più attempato. Ma la giovane età si spera possa essere la spinta per farsi ascoltare da un audience più variegata. Buona anche la produzione, ottima la voce del singer, “acida” al punto giusto, in puro heavy style, i diversi strumenti tutti distinguibili e ben bilanciati, anche se forse un pizzico di potenza in più nei suoni non avrebbe fatto male.
Speriamo continuino così, magari aggiungendo qualcosina di più nuovo e moderno nel prossimo disco per raggranellare qualche consenso in più. Se vi piacciono l’heavy metal e l’hard rock più sguaiato che ci sia, fermatevi, i Bullet sapranno darvi delle buone soddisfazioni.