Dato che la prima cosa che leggo di un demo è la biografia allegata, vorrei cominciare facendo due osservazioni a proposito. Primo: non è molto bello auto-lodarsi nella biografia, specialmente se indirizzata a chi effettivamente dovrebbe dare un giudizio… Secondo: “trash-metal”? Spero sia un errore di battitura, non può essere altro, data la passione sviscerata e l’esperienza che si vantano nella bio. Vero? Ma passiamo alla musica. Il demo qui proposto è invero piuttosto interessante: nella musica dei Burning Seas paiono convivere due diverse anime, quella più classica del dotato chitarrista Marko e quella più moderna del cantante Daniele, mentre la sezione ritmica ben si bilancia fra le due metà. I risultati sono, nella maggior parte dei casi, apprezzabili. L’opener “Eternal Rest” è senz’altro il miglior pezzo dei quattro, nonchè il più esemplificativo: una base chitarristica vivace e versatile si accompagna bene alle variazioni della voce, sporca nei versi e più melodica nel ritornello, inoltre sono convincenti gli stacchi strumentali e di buon gusto gli assoli. Meno scorrevole ma qualitativamente poco inferiore è “The Unknowns that Braid”, grazie soprattutto al lungo solo ed al riff contagioso, mentre “Burning Hope” non riesce a decollare e risulta decisamente troppo statica e tediosa. “Regret” rialza un po’ la qualità mostrando delle buone idee melodiche e i soliti buoni riff e assoli, necessitando però di una coesione migliore. In definitiva direi che questo demo è sicuramente incoraggiante: le basi ci sono, un pezzo già molto buono (“Eternal Rest”) anche, le soluzioni azzeccate pure. Con una maggiore esperienza ed attraverso la cura dei dettagli penso che potrebbe venire fuori qualcosa di veramente degno di attenzione.