Introdotti da un monicker scontato, un artwork orrendo e dei titoli che lasciano intravedere da mille miglia la solita trita e ritrita ironia da grinder, i Cadaveric Crematorium giungono alla propria seconda uscita con l’esperienza di chi sa che tasti toccare per affascinare i fans del genere.
Una dozzina di anni nell’ambiente non sono pochi per capire come impugnare i propri strumenti e ‘Grindpeace’ ne è la perfetta testimonianza. Dodici brani che, tolti rutti, rumori, e tutto il “simpatico” armamentario che poteva strappare un sorriso vent’anni fa, risultano davvero ottimamente concepiti e suonati. Con la base di una produzione opportuna e calzante per il flavour della proposta, i nostri si lanciano in una prova che, pur sbavando nel voler risultare folle ed imprevedibile, piace, cattura e spesso sorprende piacevolmente. Il songwriting non è mai banale o scontato, sintomo di una coesione in seno alla formazione che porta i cinque a dare senso e vita propria ad ogni passaggio musicale del disco. Strizzando sempre l’occhio ai Carcass più giovani ed intransigenti, i nostri riescono a forgiare una prova che riesce a bilanciare incredibile ferocia ed intelligente controllo, accelerazioni impressionanti ad una personalissima capacità di rallentare nel momento giusto per far respirare a dovere i pezzi. E’ così che nasce l’anima volutamente (forse troppo) contraddittoria di un disco che, quando suona, lo fa a meraviglia dando solo un assaggio della violenza che questi cinque animali da palco sono capaci di sprigionare in chiave live. Per quanto riguarda quest’ultima prova in studio non possono che scappare applausi interrotti dal rammarico dovuto a volere e potere aspettarsi qualcosa di più completo e soddisfacente dai Cadaveric Crematorium.