Puntuali come sempre, i Cannibal Corpse pubblicano un nuovo album, questa volta intitolato “The Wretched Spawn”, il nono in 15 anni di onorata carriera. Il gruppo ha mantenuto integre le sue famose caratteristiche, ovvero brutalità mista ad ottima tecnica, che li hanno sempre contraddistinti e che non hanno mai impedito loro di assicurarsi un grandissimo seguito, nonostante le continue e ormai scontate censure sia per i contenuti lirici che quelli grafici (ovviamente anche il nuovo album non ne è rimasto immune).
Ad essere onesto la produzione postuma a “Vile”, album d’esordio del vocalist George Fisher, non mi aveva convinto affatto e temevo una certa staticità compositiva del combo americano. Ma, giusto per smentirmi, i Cannibal riescono a scrivere questo nuovo album tecnicissimo e, in un certo senso, con un sound piu’ fresco con l’aggiunta di qualche piccola nuova idea.
Le iniziali “Severed Head Stoning” e “Psychotic Precision”, a parte il consueto e riconoscibile growling di Corpsegrinder, mostrano un gruppo a cui non mancano di certo le idee per quanto riguarda i riff, che mantiene intatto il loro personalissimo e devastante sound. I cambi di tempo sono sempre spettacolari ed entusiasmanti, e raramente questo cd concede attimi di noia.
Per essere onesti ci sono anche delle cose già sentite nel passato, ed è il caso eclatante della successiva “Decency Defied”, terribilmente uguale a “Sentenced To Burn” (da “Gallery Of Suicide”).
Da segnalare inoltre la title track, sorretta da un ottimo mid tempo e da intricati riff, e le conclusive “Bent Backwards And Broken” e “They Deserve To Die”, velocissime ed intricatissime.
Da dimenticare invece “Festering In The Crypt”, discretamente noiosa nonostante un grande lavoro di Mazurkiewicz alla batteria.
A parte qualche critica, questa ultima uscita dei cannibali è tra le piu’ convincenti dai tempi di “Vile” e queste nuove song sapranno farsi molto valere in sede live.