L’evoluzione dei Canvas Solaris continua. Già con il precedente “Cortical Tectonics” i nostri avevano in buona parte abbandonato il frangente più estremo del loro sound, preferendo la sperimentazione e le iniezioni di fusion e prog-rock all’impatto del techno-death. Con questo “The Atomized Dream”, quarto lavoro della band statunitense, il vostro viaggio mentale, interrotto dal precente album, potrà riprendere verso nuove mete dell’incognito universo delle vostre meningi. Nathan Sapp resta sempre la mente del gruppo ed il drummer Hunter Ginn lo sostiene con la classica tecnica inumana.
L’abbandono di Ben Simpkins ha portato i due mastermind della band ad introdurre ben tre nuovi elementi nel gruppo. Oltre a Goel Pirlot, il nuovo bassista, entra nel gruppo anche un secondo chitarrista, tale Chris Rushing e le parti di MiniMoog che furono di Sapp passano ora nelle mani di Donnie Smith.
La linfa nuova si fa sentire, d’altronde la creatività necessaria per suonare un genere così è tanta. Purtroppo continuano a mancare alcune aperture melodiche, qualche passaggio acustico in più, un pelo di orecchiabilità, magari addirittura un vocalizzo, che renda il tutto appena più digeribile.
La complessità del lavoro ed il suo essere interamente strumentale, lo rendono infatti davvero ostico, un Cd che piacerà a pochi , ma che non mancherà di mietere vittime, anche se sporadiche (come me).
Il precedente “Cortical Tectonics” è forse appena migliore, ma dato l’arrivo di nuovi componenti, aspettiamo il prossimo lavoro, quando magari, amalgamatisi meglio, sapranno lberare il gruppo
dal tunnel senza uscita in cui navigano ormai da un po’.