Esce per l’italiana Avantgarde Records l’ultimo masterpiece del combo norvegese Carpathian forest. “Morbid fascination of death” rappresenta un ulteriore passo avanti nella carriera di questa importantissima formazione. Guidati da Natterfrost (orfano ormai del dimissionario Nordavind, membro fondamentale nella storia recente e non del gruppo) i nostri amatissimi blackster hanno sfornato un ottimo disco. Molto è cambiato dai tempi in cui esordirono con “bloodlust and perversion”, il suono si è fatto molto piu’ pulito e le canzoni stesse hanno perso parte della malsana melanconia che pervadeva i primi lavori composti. Ora le canzoni sono molto piu’ groovy e proseguono il percorso musicale introdotto con l’album “Black shining leather”. Brani molto ritmati e mai noiosi compongono questo decoroso lavoro. Inconfondibile trademark è la voce sofferente di Natterfrost impostata su registri non necessariamente screamy: personale e funzionale al tempo stesso. La sessione ritmica è alimentata dall’ottimo lavoro che basso (suonato da Tchort, ex-Emperor, Blood Red Throne) e batteria riescono a compiere donando dinamicità e potenza ai gia’ ottimi riff di chitarra.
Nel disco sono presenti solo due canzoni che si discostano dal feeling generale tant’è che I carpathian riescono a comporre una nenia ripetitiva e sufficientemente perversa utilizzando solo voce, piano e sax in “cold comfort”. Nella successiva “speechlees” è un lento e cadenzato arpeggio di chitarra a farla da padrone supportato da una voce sussurrata e brevi intermezzi di pianoforte. Punto forte del disco è sicuramente la riedizione in chiave “moderna” di “carpathian forest”, loro brano culto composto per il mini-cd “through chasm caves and titan woods”.
Se siete appassionati di blackmetal e volete scoprire un gruppo che ha fatto storia nel genere riuscendo sempre ad essere coerente ed innovativo allora i carpathian forest fanno per voi. Altamente consigliato.