Tremate tremate, i Cathedral son tornati. E lo fanno con stile! Dopo il tiepido VII Coming, questo nuovo lavoro arriva quasi come un vento fresco, portatore di innovazione. Lo stile dell’album nonostante sia nei soliti canoni doom\stoner, si lascia apprezzare per le composizioni fresche e accattivanti (impossibile non saltellare su Tree Of Life & Death). Si passa dalle cavalcate di North Berwick Witch Trials, alla pesantezza di Upon Azrael’s Wings, passando per la settantiana Corpsecycle, che mi ha ricordato seriamente i primi Black Sabbath, senza scimmiottature di sorta. E che dire velocissima (per il genere si intende) Oro the Manslayer? Oppure della lunghissima suite The Garden, 26 minuti di folli delirii, tra melodie malate, voci femminili e atmosfere claustrofobiche.
Questi sono i Cathedral anno 2005: Lee Dorrian vuol dimostrare ancora di che pasta è fatto. E se la sua volontà si esprime in album del genere, ben venga.