I componenti dei Dream Theater, si sa, sono molto attivi in fatto di progetti parelleli, partecipazioni varie e così via. Questa volta tocca a un ex tastierista del “teatro di sogno” farsi avavnti con il suo preogetto: il grandissimo Kevin Moore con i suoi Chroma Key.
Chi conosce il progetto di Moore è pienamente consapevole che non troverà nessuna traccia di musiche del suo precedente gruppo, poichè la musica che da alcuni anni è interessato a suonare è ricca di elettronica, campionature, loop, effetti.
Questo nuovo lavoro non si discosta molto da quelli precedenti rimanendo su melodie molto soft e avvilenti cui la voce di Moore fa da sostegno ideale. La caratteristica del tastierista è proprio quella di riuscire a mettere in musica la maliconia in “Come In” e le le nevrosi dei giorni nostri in “Miserable Sufferings”. Nelle sue canzoni ci sono anche momenti a tratti psichedelici di Floydiana memoria come in “Give Up Some”, o psicopatici come in “Radio Repairman” con lunghi e interminabili loop di effetti. In “Before You Started” e “Come In, Over” invece Moore cattura tutto il suo estro “elettronico”.
I brani migliori risultano però quelli più “rock oriented” in cui c’è un maggior utilizzo delle chitarre, acustiche o elettriche ,che fanno ricordare, seppur poco, quanto fatto con gli O.S.I.. Quindi ho apprezzato non poco “True And Lost”, con quel suo incedere lento e affaticato, la già citata “Give Up Some” (un potenziale singolo), la tristissima “Come On To Bed”.
Assolutamente fantastiche, poi, la deprssione e la sofferenza di “Pure Laughter”, nonostante il titolo contrastante.
Questo nuovo lavoro del lunatico Kevin non è particolarmente eclatante, ma conferma in pieno il valore di questo musicista. Nonostante tutto l’ho trovato un pò incompiuto, piuttosto eterogeneo con le soluzioni adottate. I brani con un accento più rock mi sono sembrati parecchio distaccati dagli altri in cui le chitarre sono assenti. Può essere stata una scelta per spezzare l’andamento della musica, oppure una scelta di comodo visto il successo ottenuto dal progetto O.S.I.. I precedenti album erano molto più ragionati e geniali se vogliamo.
“Graveyard Mountain Home” mi ha trasmesso una sorta di senso di smarrimento sulla direzione da parte di Kevin Moore. Nonostante queste critiche l’album è piacevole e si lascia ascoltare, ma poteva (e doveva) fare di meglio. Almeno io me lo aspettavo. Probabile che qualcuno invece lo amerà alla follia.
Nota a parte per il bellissimo e curatissimo film contenuto nel cd la cui colonna sonora è proprio l’intero album. Il film è realizzato in modo da seguire la storia narrata dalle canzoni nell’ordine in cui sono state pubblicate nell’album ed è ambientato negli anni Cinquanta. La storia segue le vicende di un ragazzo con problemi psicologi e sociali di una comunissima e violenta cittadina degli USA e del suo recupero: quindi avremo situazioni tristi per un funerale o le sbeffeggiature e le prepotenze dei compagni di scuola. Mi fermo qui per non rovinare la sorpresa e la visione del film. Solo questo film varrebbe l’acquisto del cd.