Ebbi l’occasione di conoscere i Clinicamente Morti nel 2008 durante un concerto che tennero di spalla ai Deicide. Rimasi abbastanza impressionato dalla loro proposta che, dal vivo, rende piuttosto bene, ed ora ho tra le mani il loro primo full lenght. Innanzitutto va detto che “7” è già pronto dal 2007, stando al sito ufficiale del gruppo, e che quindi potrebbe non rappresentare appieno l’attuale sound dei cinque leccesi. Fatta questa doverosa premessa, l’impatto a cui si viene sottoposti appena inserito il dischetto è buono, grazie ad una dose massiccia di groove dovuta soprattutto alle chitarre di Salvatore Camillò ed Alessandro Cossa. Inoltre l’idea del concept sui sette peccati capitali, pur non essendo una novità, è sviluppata in maniera interessante grazie a dei testi molto ben studiati e strutturati. Ciò che si trova all’interno di “7” è un death metal pesante come un macigno, potente e talvolta graffiante come i maestri da cui i Clinicamente Morti prendono ispirazione. Pezzi come “Colpevole D’Indolenza” piuttosto che la splendida intro sono canzoni riuscitissime e che, pur non inventando nulla, sanno perfettamente dove andare a colpire. La scelta, poi, di cantare in italiano porta certamente una maggiore settorialità, ma, a conti fatti, si rivela vincente perché regala un ulteriore livello di brutalità ai brani del disco. Proprio a proposito del cantato vi è da sottolineare l’unica vera pecca del disco, ovvero l’espressività del cantante Nico Parente, il quale appare eccessivamente monocorde e privo di variazioni che innalzino il livello delle canzoni. In tal senso sarebbe doveroso apportare modifiche in modo tale che il tutto venga condito da eventuali parti in screaming piuttosto che da growl gutturali, mentre Nico mostra di possedere un timbro più adatto all’urlato in stile hardcore. A conti fatti, quindi, i Clinicamente Morti danno alle stampe un buon disco di debutto che, come la maggior parte delle uscite di questo tipo, contiene delle parti ancora acerbe. Ribadendo, in ogni caso, che “7” è stato registrato ormai 2 anni fa, non mi rimane che auspicare un’evoluzione ed una limatura del sound dei cinque ragazzi che, comunque, dal vivo sono veramente devastanti. Consigliato ai fan del death metal che non disdegnano puntate in territori hardcore (non deathcore).