Dopo aver sostituito un certo Eduard Hovinga negli Elegy, Ian Parry ha messo in piedi questo nuovo progetto dal titolo esemplificativo Consortium Project. “IV Children Of Tomorrow” rappresenta la quarta fatica in studio per il cantante olandese e, questa volta, dobbiamo constatare un calo qualitativo decisamente evidente rispetto al precedente “Terra Incognita”.
“Visions”, il primo disco solista di Parry uscito appena lo scorso anno ha, probabilmente, influito non poco sulla gestazione di questo lavoro, in cui ogni cosa sembra fatta con stanca approssimazione e poco coinvolgimento. L’ambito musicale in cui i Consortium Project muovono i propri passi è sempre lo stesso, ovvero un prog metal dai forti risvolti heavy in cui tempi dilatati ed atmosfere oscure fanno più volte capolino all’interno di un contesto sonoro comunque molto omogeneo. Il songwriting della band, sebbene permetta a Parry e soci di comporre due perle come “Nowhere Fast” e “Shadows”, risulta troppo prolisso e privo di quel mordente che caratterizzava i precedenti lavori, soprattutto il buon disco d’esordio “Criminal & Kings”. “IV Children Of Tomorrow”, fatta eccezione per i due brani sopra citati, si trascina stancamente fino alla conclusiva title track, anch’essa lontana anni luce dai canoni del pezzo prog di classe. Ogni brano presentato, dunque, non fa che descrivere in maniera pedestre l’operato della compagine in fase di songwriting e quello dello stesso Parry sulle linee vocali, mai come ora scialbe e poco ficcanti. Insomma, il ritorno dei Consortium Project non si segnala di certo per i risultati raggiunti da questo quarto lavoro in studio, sicuramente il meno ispirato di tutta la serie.
Ian Parry, a questo punto, decida se continuare a tenere in vita questo progetto o se concentrarsi solo ed esclusivamente sulla propria carriera solista, sicuramente più redditizia in termini qualitativi di questi Consortium Project.