Si tratta del decimo full-length per la band inglese di Suffolk, uscito il 29 Ottobre in Europa tramite la Peaceville, esattamente 2 anni dopo il loro precedente lavoro.
Già dal primo ascolto si capisce subito che qualcosa non torna, che il suono nell’insieme non è il tipico Filthiano, che la proposta sonora differisce dalle precedenti su diversi aspetti; per questo motivo l’album è destinato a riscuotere tanti consensi come altrettanti dissensi.
Focalizzandosi sui singoli brani, si notano diversi particolari che allertano l’attenzione e ci fanno capire cosa probabilmente intendeva Dani Filth, frontman della band , quando, in una delle ultime interviste, ha parlato di “refresh of the sound” relativamente a “The Manticore And Other Horrors”.
L’album presenta un ammorbidimento generale della componente black, ed una sostanziale riduzione nell’uso della voce stridula di Dani, che rimane appena accennato all’inizio dei brani, per poi sfumare nell’uso di una voce meno estrema e più pulita, anche se lo “scream” persiste. Ed ecco che la prima pietra miliare che da sempre contraddistingue la band viene modificata; il fan storico dei Cradle of Filth non potrà che disapprovare .
Viene ridotta anche la complessità dei suoni rispetto alla maggior parte degli album precedenti ; via le stratificazioni (o comunque di gran lunga semplificate) affievolito lo stile maestoso di baroccheggiante eccesso , per lasciare più spazio alle chitarre e a sinfonie più sobrie ma pur sempre eleganti.
Sempre presente è comunque l’atmosfera gotica e dark, in alcuni brani più che in altri, i riff serrati e i cambi di velocità all’interno dello stesso brano, che li caratterizzano fin dagli albori. I brani, quindi, pur mantenendo un impatto granitico tipico della band, di velocità e potenza , risultano più armoniosi e orecchiabili, e se possiamo dirlo, meno caratteristici della band.
Si tratta in ogni caso di un buon album, come sempre tecnicamente ineccepibile, si ascolta volentieri nonostante questa sorta di inversione di marcia rispetto alla direzione intrapresa con i precedenti lavori.
In conclusione, non si nota nulla di particolarmente negativo e nulla di particolarmente positivo, ma si tratta piuttosto di valutare la produzione secondo il proprio gusto personale.