Per chi segue attentamente la scena metal estrema, il nome Criminal risulterà familiare. Provenienti dal Cile, anche se da un paio d’anni risiedono stabilmente in Inghilterra, i Criminal sono nella scena da una decina d’anni, un lasso di tempo colmo difficoltà tra cui i problemi logistici e icontinui cambi di line up, ma che non ha danneggiato più di tanto l’attività della band la quale a due anni dal buon “No gods no masters”, si presenta con il nuovo album “Sicario”.
Le sonorità son chiare sin dall’inizio: thrash metal in stile Sepultura, ultimi Kreator e Slayer, rivisto però in un situazione più attuale, grazie anche all’apporto di certe sonorità moderniste alla Machine Head; un mix non del tutto inedito, ma che rende maggiore intensità e dinamicità ai brani grazie anche ad una buona padronanza degli strumenti, batterista in primis, e ad una produzione solida e robusta, per opera dell’esperto Andy Classen .
Canzoni come l’iniziale “Rise and fall” e la successiva “Time Bomb” son degli autentici pugni allo stomaco, mentre si tira il fiato (si fa per dire) con canzoni più cadenzate come la title track e “The root of all evil” . Le note dolenti, poche, son riscontrabili nella performance dietro al microfono del chitarrista/cantante Anton Reisenegger, monotona e scontata, e la già citata “The root of all evil” che sembra un plagio a “Violent Revolution” dei Kreator. Da segnalare infine, la bonus track “Self destruction”, canzone presente nel loro album di debutto “Victimized”, ri-registrata per l’occasione. Forse non sarà nulla di nuovo ma questo “Sicario” spacca; eccome se spacca!!