Traffic Club, Roma – 12 Settembre 2014
La stagione concertistica del Traffic, ormai vero e proprio cardine della scena metal romana, ricomincia con una serata all’insegno dell’intransigenza sonora.
Al mio arrivo i Fulci, interessante trio italiano di recente formazione stanno completando il loro set; i nostri, con l’aiuto di una batteria programmata, sempre a velocità folli, propongono uno slam brutal death metal sullo stile degli americani Devourment o dei nostri Vulvectomy. Il trio, pur non avendo una grande esperienza, tiene bene il palco e anche la risposta del pubblico è buona.
A sorpresa, dopo un rapido cambio palco, salgono sul palco gli storici Disgorge al posto dei Jungle Rot; questo perché a quanto pare il batterista dei Disgorge ha subito un infortunio alla mano, anche se, per come ha pestato il suo strumento assolutamente non si direbbe. I 5 californiani, autori di un Brutal Death Metal portato all’estremità sonora, si presentano a petto nudo e pronti a spaccare tutto. Gran parte del pubblico sembra essere qui principalmente per loro, riempiendo quasi del tutto il locale. Setlist breve (dovuta all’infortunio del batterista) incentrata sui primi due album della band (Cranial Impalement e She Lay Gutted). Il cantante Angel Ochoa, entrato recentemente nella band, sembra essere già entrato bene in sintonia con l’inconfondibile stile della band, e presenta la canzone Womb full of Scabs come la prima mai composta dal gruppo (il cui unico superstite è il batterista Ricky Myers). La chiusura del breve concerto ha visto l’esecuzione di Exhuming the Disemboweled, con un bel pogo violento nelle prime file.
I Jungle Rot si presentano a Roma per la prima volta in 20 anni di onorata carriera, proponendo un Death Metal molto classico sullo stile degli Obituary, con influenze thrash. Il pubblico stenta un pochino a caricarsi, dopo la mazzata dei Disgorge, rispondendo con un po’ di freddezza. Serve qualche minuto al gruppo americano per conquistare il pubblico del Traffic, operazione comunque riuscita grazie a pezzi da headbanging come Gasping for Air o la conclusiva Strong Shall Survive che svegliano il pubblico romano. Buona la tenuta del palco della band che è risultata comunque svantaggiata dalla posizione in cui hanno dovuto suonare: tra due mostri quali Disgorge e Cryptopsy.
Dopo un cambio palco abbastanza lungo (per permettere un corretto settaggio dell’enorme batteria di Flo Mounier), gli headliner della serata, i canadesi Cryptopsy, salgono sul palco del Traffic, ormai pieno, sulle note dell’opener del loro disco più famoso, Crown of Horns, da None so Vile, per un’intensissima ora di Brutal Death Metal tecnicissimo. E’ uno spettacolo veder suonare Mounier, unico membro originale della band, che pesta la sua batteria con una violenza e una fantasia fuori dal comune, ma tutta la band dimostra una perizia tecnica assolutamente sopra la media, suonando partiture molto difficile facendole sembrare assolutamente semplice. Lo spettacolo continua con Back to the Worms, tratto da And then you’ll Beg, reinterpretata ottimamente dal singer Matt McGachy. Matt, entrato nella band nel 2007, pur essendo un ottimo frontman perde il confronto nei vecchi pezzi cantati da Lord Worm, rimanendo comunque su livelli più che dignitosi. Il pubblico risponde alla grande con un pogo forsennato e accenni di wall of death. Tra un pezzo e l’altro il singer ricorda, ringraziando i presenti, come loro siano un gruppo indipendente, non legato quindi a nessuna casa discografica, che vive, produce musica e va in tour, solo grazie all’apporto dei fan.
Dopo 45 minuti senza sosta, con la proposizione di pezzi immortali quali Emaciate o We Bleed, la band si congeda dal calorosissimo pubblico romano, dopo essere usciti dal palco ed aver subito l’acclamazione dei presenti per ritornare, con un terzetto da brividi: Defenestration, Slit your Guts e Phobophile. 15 minuti in cui il locale romano si è trasformato in un concentrato di violenza fredda e chirurgica, con la band visibilmente soddisfatta della reazione quasi folle del pubblico.
In conclusione, una serata riuscita sotto tutti i punti di vista. Un altro successo per gli ottimi organizzatori di No Sun Music e del Traffic stesso, e dello stesso pubblico di Roma, che sta dimostrando come certi spettacoli possono essere organizzati anche nella capitale.