Debutto discografico per i colombiani DarkEmpire, gruppo nato nel lontano 1996 nella città di Bogotà quando uno studente universitario, nonchè chitarrista leader e direttore musicale del complesso, Jorge Oleas, insieme al fratello Adrian, decisero di dare forma al progetto della loro vita. All’inizio il gruppo era conosciuto con il nome di Lord Messiah e proponeva pezzi fortemente orientati verso l’heavy ed influenzati da gruppi come Iron Maiden, Metallica, Megadeth ed Helloween. Ma la vera svolta del gruppo avvenne nel 2000 quando Adrian e Jorge decisero di dare una svolta progressiva alle loro composizioni. Il gruppo cambiò ome in DarkEmpire e le loro composizioni si ispiravano a gruppi come King Crimson, Yes, Rush, Kansas, Dream Theter e Symphony X. Questo dei DarkEmpire è quello che si dice un debutto col botto: sin dalle prime note dell’intro “Resigned To Wait”, l’ascoltatore sarà catturato dal magnetismo delle chitarre dei fratelli Oleas, dai ricercati arrangiamenti delle tastiere di Arias, dalle linee soavi create dal basso di Triviño, dallo stile operistico delle linee vocali di Montes, senza dimenticare i ritmi complessi di batteria creati da quella macchina infernale che risponde al nome di Morales. I testi, impregnati di una gran dose di realismo tragico, narrano gli avvenimenti politici e sociali che colpiscono ogni giorno la Colombia. Basta ad esempio ascoltare brani come “No Escape”, dedicato al tema della persecuzione, o come “Tormentor”, un vero e proprio delirio in musica. Ma i DarkEmpire riescono anche a regalare dei momenti molto dolci e sinfonici: per farsene un’idea basta ascoltare pezzi come “Chaos Heart” e “Beggars”, due splendide ballate che incitano a ritrovare i sentimenti smarriti. Senza dimenticare brani come “Foggy Eternal Night”, “Track On The Bloody Sands”, “Dementia” o “Witness Of Pain”, dei veri concentrati di tecnica e potenza allo stato puro che fanno tornare in mente i grandi gruppi del passato che hanno reso grande il Progressive Rock. Chiude questo splendido debutto “Still Waiting”, un outro che esprime le speranze ma allo stesso tempo le angosce di colui che attende, speranzoso, che qualcosa cambi. È molto difficile trovare qualcosa di negativo in album perfetti come questo. Forse una migliore produzione avrebbe reso più giustizia alle ottime qualità artistiche del gruppo. Comunque questo è un album che chi ama la musica con la “M” maiuscola non può non avere nella propria collezione di cd. È un album consigliato sia a chi ama il genere Progressive sia a chi, da profano, voglia conoscerne le varie sfaccettature.

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