I Darzamat hanno recentemente rilasciato “Oniriad”, terzo lavoro che ha seguito le ristampe dei primi due album uscite l’anno scorso. Rafal “Flauros” Goral ha risposto ad alcune domande sul nuovo disco e sulla storia della band, inoltre ci ha fatto qualche accenno al suo nuovo progetto… I miei pensieri sul disco li potete trovare nella recensione pubblicata qualche tempo fa, leggendo le righe sottostanti potrete completare la mia visione dell’album con quella di uno dei suoi “padri”…. Ma andiamo ad iniziare !!!
Ciao Flauros, innanzitutto grazie per l’intervista ! Per iniziare parlaci un po’ della storia della band…
Diversi elementi sono coinvolti nella fondazione dei Darzamat. L’idea di creare questo tipo di musica e’ nata prima di registrare l’album dei Mastiphal “For a glory…”, nel quale suonavamo sia io sia Simon. Noi due, con l’aiuto di un computer, creammo dei suoni che avrebbero acquisito un significato completo in futuro. Quello che creammo coi Darzamat fu per noi un’alternativa a quello che creavamo nei Mastiphal. Se non fosse stato cosi’ questi suoni sarebbero stati inglobati nella musica dei Mastiphal.
Questo non significa che il black metal ci aveva annoiato, all’epoca i Mastiphal erano la cosa piu’ importante per noi, le cose diverse non erano poi cosi’ importanti… Tutto cambio’ radicalmente quando ci dividemmo da Simon nel “campo Mastiphal”. Lui decise di impegnarsi piu’ seriamente nei Darzamat rispetto a prima. Questo fu l’elemento che spinse la band in avanti.
Simon investi’ in equipaggiamento e noi cominciammo a pensare seriamente ad un album. A circa meta’ del processo di creazione del debut cd trovammo un vocalist, che certamente porto’ un po’ di freschezza in quello che facevamo a quei tempo. Correva l’anno 1995. L’anno dopo registrammo ai Cyber Studio il nostro debut album “In the Flames of Black of Art”, che conteneva 8 composizioni. Parecchi mesi dopo l’album fu rilasciato dalla Faithless Production. A dispetto del fatto che qualificammo la nostra musica come “arte nera”, l’album fu bollato e ignorato come black metal sinfonico da certa stampa.
Nell’estate del 1997 si uni’ alla band il nostro precedente batterista dei Dragon, Krystian “Bomba” Bytom ed il chitarrista Damian “Daamr” Kowalski. Nell’inverno del 1998 entrammo di nuovo nei Cyber Studio per registrare il secondo album “In the opium of black veil”, che conteneva 5 composizioni. La musica in questo album era la continuazione della via intrapresa col debutto.
Riedizioni di entrambi gli album sono state rilasciate nel 2002 dalla Metal Mind Productions. Su questi album ci sono anche alcuni remix dei lavori dei Darzamat. Nel 1999 firmammo per la italiana Avantgarde Music un contratto per due dischi. La preparazione della musica del nuovo album e’ durata piu’ di due anni. La ragione principale di questa lunga pausa e’ stata che ci siamo creati il nostro studio. Ora possiediamo uno studio tutto nostro, dove “Oniriad” e’ venuto alla luce, cosi’ come un album del mio nuovo progetto, i Taboo.
In questo periodo la band ha avuto anche alcuni problemi personali. A meta’ della preparazione di “Oniriad” Kowalski lascio’ la band per impegnarsi nel suo progetto musicale denominato Eclipse. Nella band arrivo’ un nuovo batterista, Pawel Chudzicki, conosciuto per aver suonato nei Mastiphal. Dopo aver registrato “Oniriad” Katarzyna Banszak e’ partita per gli Stati Uniti.
Se tu dovessi descrivere la tua musica, cosa diresti ?
Questo e’ il disegno dei sentimenti che sono in noi. I suoni, che qualche volta prendono forma. Per quanto riguarda lo stile e’ difficile classificarci in maniera non ambigua. Di sicuro abbiamo qualcosa in comune col metal e col rock ma, d’altra parte, puoi trovare nella nostra musica anche certi elementi classici e dell’elettronica.
Non mi piace mettere i Darzamat in un preciso spazio, voglio avere lo spazio e la liberta’ di scelta in questo campo. Se volessimo registrare un album metal, allora lo faremmo di sicuro. Se vogliamo sperimentare, non ci vedo nulla di male neanche in questo.
Quanto sono importanti i testi per voi ?
Sono una parte essenziale dei Darzamat, elemento del tutto. Nei miei testi richiamo emozioni, che esprimiamo tramite la musica. Sono di sicuro inseparabili da suoni ed aiutano a richiamarli. Ogni album dei Darzamat e’ molto ben pensato per quanto riguarda i testi. Questo e’ il disegno dei miei pensieri nel periodo di creazione dell’album.
Dato che i vostri vecchi cd sono stati ristampati… hanno ricevuto un buon responso ?
Di sicuro i precedenti album dei Darzamat sono stati buoni dischi per la Metal Mind Production, poiche’ la nostra etichetta polacca ci ha proposto le riedizioni di entrambi i dischi. Abbiamo acconsentito senza esitazione, perche’ quegli album non hanno avuto una buona distribuzione e promozione all’epoca.
I responsi per entrambi gli album sono stati buoni e il fatto che il nuovo album stava per uscire ha contribuito alla decisione della MMP. Non conosco esattamente le vendite dei due album, perche’ finora ho ricevuto poche informazioni su questo aspetto. Recentemente uno dei distributori del Messico mi ha detto che nella sua nazione i Darzamat avevano venduto piu’ di 500 cd.
Non abbiamo mai saputo con certezza quanto abbiamo venduto.
Quanti tempo vi ci e’ voluto per comporre “Oniriad” ? Raccontaci qualcosa sull’album, su come lo vedi…
“Oniriad” e’ stato partorito in molti anni. Dalle registrazioni del nostro secondo album, “In the of Opium of Black Veil”, fino alla nostra ultima sessione di registrazione sono passati circa 4 anni. Questa pausa non e’ stata intenzionale, ed e’ stata causata da molti elementi. Per prima cosa abbiamo cercato una nuova etichetta, poi abbiamo firmato il contratto con la Avantgarde Music. Come seconda cosa abbiamo costruito il nostro studio di registrazione, e solo allora abbiamo potuto spendere del tempo per creare l’album.
“Oniriad” e’ l’inizio delle nostre ricerche musicale. Sono passati alcuni anni dal nostro debutto e di sicuro ci siamo evoluti come persone e come musicisti. Questo album e’ parte del discorso su come dovranno apparire i Darzamat in futuro e quali album dovrete aspettarvi da noi. Devo porre enfasi sul fatto che questo e’ l’inizio della nostra strada, e di sicuro andremo molto piu’ avanti.
Quando sento “Beauty” mi viene sempre in mente un nome: Portishead. Quali sono le bands che ti piacciono di piu’ (non solo metal…) ? E quali ti influenzano?
Questo confronto ci lusinga poiche’ i Portishead sono una grande band ! Come si puo’ sentire da “Oniriad” i nostri orizzonti musicali sono molto vari. In questa band praticamente tutti ascoltiamo cose differenti.
Personalmente nella mia collezione ci sono da una parte album dei Radiohead o dei Portishead, dall’altra gli Opeth o i Darkthrone. La cosa piu’ importante per me e’ che la musica sia buona ed esprima sentimenti che mi si adattino. Percio’ e’ difficile specificare quale musica mi influenza. Di sicuro dipende dal mio stato d’animo, ma una cosa e’ certa, deve essere buona musica.
Preferisco le vostre canzoni che non sono le tipiche “goth songs”… quando sperimentate i brani sono piu’ interessanti (“Beauty” per esempio), mentre le normali “canzoni goth” mi annoiano un po’, ad essere onesti… Cosa ne pensi ? E cosa ci dici riguardo allo strano misto di stili che e’ “Time” ?
Come ho gia’ detto “Oniriad” e’ un esperimento per noi, ma non siamo soddisfatti di tutte le soluzioni che abbiamo scelto. Personalmente mi piace moltissimo “Beauty” e il clima “erotico” di questo lavoro. Mi piace anche “Soporific”. Tuttavia “Time” non e’ una delle mie preferenze, oserei dire che e’ il peggior brano dell’intero album. Sfortunatamente i miei colleghi hanno un’opinione diversa, cosi’ puoi trovare la canzone sull’album.
Io penso che questa combinazione di suoni acidi e suggestioni heavy metal non sia la migliore soluzione. Sfortunatamente giungere ad una conclusione occupa del tempo, e qualche volta e’ troppo tardi… Le canzoni gothic metal che si trovano su “Oniriad” hanno un unico e specifico clima. Ad un primo contatto possono sembrare un pochino troppo lunghe, ma penso che col tempi gli ascoltatori troveranno in esse un’atmosfera ‘assorbente’.
Per quanto riguarda le sperimentazioni, questo e’ uno degli elementi che ci spinge avanti, e di sicuro non mancheranno nelle nostri future produzioni.
Vi piace suonare dal vivo ? Pensate di venire in Italia ?
Certo, e’ la soddisfazione di ogni musicista. L’esperienza dal vivo e’ il coronamento del lavoro in studio. E’ un tipo di emozione ed espressione completamente differente. Il fatto di essere su un palco ed avere contatto con i tuoi fan e’ speciale e difficile da descrivere alle persone che non hanno provato questa esperienza.
Per quanto riguarda i concerti in Italia io spero che Roberto della Avantgarde Music pensera’ ad organizzare qualcosa nel vostro stato, ma di sicuro dipendera’ dalle vendite e dagli apprezzamenti dell’album
C’e’ qualcosa di importante che non vi ho chiesto ? Ora puoi parlarne !!!
Ci sono molte facce che voglio mostrare in futuro. Una di queste e’ il mio nuovo progetto musicale chiamato Taboo. Abbiamo registrato da poco il debut album ai Post Street Studio. Consiglio questo cd a tutti coloro che non si spaventano di fronte ad esperimenti e ricerche musicali. Attualmente stiamo cercando qualcuno per pubblicare questo materiale e spero che l’album verra’ presto messo sul mercato.