Prima di addentrarci nel vivo del live report, desidero fare i più sentiti complimenti alla Bellicapelli Metal Travel Agency, che ha ideato ed organizzato la trasferta in quel di Madrid, che il 26 Giugno ha ospitato un evento strepitoso a dire poco: Europe, Whitesnake e Def Leppard tutti in una bbotta sola. Si, bbotta con due b.

In secondo luogo, vi starete chiedendo “ma ci va un mese per scrivere un report di un concerto, ohibò?”. Forse avete ragione, amici miei. Ma credetemi, quello a cui ho assistito non è stato solo un concerto per me. E’ stato molto di più. Sono state ore e ore di salti indietro ed avanti nel tempo, di un’intensità tale da farmi vivere entrambe le dimensioni su due piani paralleli.

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Che dire su Madrid, splendida città, ma ammorbata da una sensazione di decadenza percepibile ad ogni angolo della strada, dove peraltro, persino in centro e a tutte le ore del giorno, sono reperibili donnine allegre e disponibili. Negozi chiusi, vetrine sfondate, molti fast food o chioschetti, pochi ristoranti. Dozzine di negozi “COMPRO ORO E ARGENTO”, con tanto di promoter per strada che ti fermano e ti invitano a vendere i tuoi metalli preziosi a un prezzo al grammo vantaggiosissimo. Il ritratto di una profonda crisi mai vista sinora, nemmeno qui in madre patria. Ma lo Jamon… lo Jamon ragazzi… :-D Aggirandoci senza meta per le vie del centro, incontriamo per ben due volte Joey Tempest, che gentilmente e con il suo bel sorrisone, ci saluta e ci dice “see you tonight!”. E già qui, infartino mi coglie. Arrivando al Palacio de Vistalegre, eccone un secondo, di attacco cardiaco, in quanto parrebbe che il mio pass press sia andato perduto. Le difficoltà sarebbero divenute insormontabili se non avessi saputo due righe di spagnolo, dato che TUTTI, dico TUTTI gli addetti alla sicurezza, al controllo, al botteghino, ovunque, non sapevano l’Inglese.

Faccio in tempo a mettere piede nell’arena, e gli Europe già stavano finendo RICHES TO RAGS, la security mi cazzia perchè “ehi, mas tarde senorita???”, e mi accorgo di avere poco tempo a disposizione per immortalarli. Dopo FIREBOX, ecco Superstitious, emetto tutti i versi della foresta amazzonica e finalmente sia Leven che Tempest cagano il mio obbiettivo regalandomi due magnifici scatti.

Joey si china, e mi stringe la mano. Ed ecco quindi un altro cazziatone della security perchè “no puedes tocar a l’artista, mamacita!”, ma me ne frego, il tempo per i fotografi è terminato, e posso godermi il concerto.

[youtube id=”IIE0CbbgjJY” width=”600″ height=”350″](minuto 4:37 :-D)

Gli EUROPE conservano la freschezza di sempre, accordati almeno un semitono sotto rispetto a quando li vidi l’ultima volta eh, ma pur sempre energici, contagiosi e magici. I capelli di Joey sono ora sistemati in un taglio di media lunghezza, appena sopra alle spalle. Quando io e la mia Chiara lo idolatravamo sbavando come il cane di Pavlov, aveva la storica chioma cotonata che ha caratterizzato tutte le bandi degli anni 80/90, e che noi tanto amavamo imitare con la vecchia Pretty Imetec, friggendo con cura ogni nostro bulbo pilifero e procurandoci le temutissime doppie punte.

Ecco il turno dei WHITESNAKE, in tour dal un bel pò di tempo ormai, pur non avendo un nuovo album da presentare. Dal boato sollevatosi dalla platea e dagli spalti deduco che buona parte dei presenti fossero li per loro :-D ehehe! Iniziano patelando con un classicone, GIMME ALL YOUR LOVE. Anche qui, accordatura che mi fa buttare un occhio alle chitarre di Reb e Doug: che abbiano iniziato a suonare una sette corde forse? I salti da canguro che mi vengono automatici mi permettono di scattare delle foto in posizione ed altitudine ancora più privilegiata. Il carisma di DC occupa tutti i metri quadri del palco, che oltre ad essere già di per sè un bel tot, è composto da una passerella sulla quale il rubio leon volteggia volentieri, aizzando la folla e facendo roteare l’asta del microfono come solo lui al mondo.

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Ditemi ciò che volete ma, a dispetto di tutte le critiche che si possono muovere, per me erano, sono e rimarranno i numeri uno, impreziositi peraltro da una old/new entry in line-up, quale Tommy Aldridge. Magici i momenti di commemorazione degli amici scomparsi, Cozy e Baffo Lord. Ma sul palco non c’erano solo questi ultimi, c’era anche una bellissima bionda dagli occhi celesti, che ho visto solo io <3 . La performance mi scivola via dalle dita come acqua fresca, e la chiusura consueta con STILL OF THE NIGHT mi fa capire che devo riavvicinarmi all’entrata dedicata ai fotografi per…

…i DEF LEPPARD. Maestosi, immensi, leggeri come una piuma. GOOD MORNING FREEDOM è l’apripista, cui segue ACTION e FO FO FO FOOLING. Concentratissimi, d’impatto, emozionanti ma a mio avviso non molto emozionati. La loro performance è priva della benchè minima sbavatura, complici anche le basi, di cui il quintetto britannico ha sempre fatto un più che generoso uso. Ma l’interazione con il pubblico è pressochè nulla, contrariamente all’approccio delle due band precedenti. Come al solito, mi perdo nella sconfinata ammirazione di Rick Allen, che sfodera un sorriso da bambino e picchia a piedi nudi con costanza e pacca ineguagliabili. Voi mi direte “cosa fa di così particolare?” e io vi rispondo “provate voi a pestare un tu pa // tu pa // tu tu pa per più di due ore senza sosta e senza perdere mordente!”. Bellissime le fotografie che scorrono nei megaschermi retrostanti il palco, alternati dalle immagini e riprese del concerto stesso. Immagini che ritraggono tutti loro in gioventù, durante concerti passati, scorci di backstage e momenti inediti, quasi come a voler dire “ehi siamo ancora qui e non abbiamo intenzione alcuna di smettere”.

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Chiudono con PHOTOGRAPH. E lei è con me, proprio lì, e riecheggiano nella mia mente quei tentativi di cori davanti al videoclip di tanti anni fa, che, se non accuratamente sedati da mamma, ci avrebbero procurato molteplici denunce per inquinamento acustico e disturbo della quiete pubblica. Mi sono sempre chiesta come mai in casa mia non ci fossero bicchieri di cristallo: forse perchè li avevamo fatti fuori tutti io e la mia Chiara con le nostre performance??? :-P

Europe, Whitesnake e Def Leppard. Chi mi conosce starà facendo roteare gli occhi al cielo esclamando “oooh hai rotto co’ sti Whitesnake”, ma non tutti sanno che anche con gli altri due ho un legame molto forte, sia per la loro musica, sia per i ricordi che ho di loro insieme ad una persona che ora non è più con me. I miei idoli di sempre, quelli che io e Chiara ammiravamo 20 anni fa, sul divano di casa nostra, mentre facevamo la merenda con il pane e la marmellata di mirtilli. Quante emozioni, quanti improbabili tentativi di acuti –  also known as stecche – e quante macchie blu indelebili sul tappeto, per la gioia della mamma! Tenevamo un diario, dove appiccicavamo ogni sorta di immagine tratta da giornali, ricopiavamo i testi delle nostre canzoni preferite, e giuravamo amore eterno a Mr. Tempest, Mr. Elliot e Dr. Coverdale. Avevamo ventordici VHS da 240 minuti su cui videoregistravamo i video dei nostri amori. E fantasticavamo sul giorno in cui, non appena fossimo state entrambe maggiorenni, saremmo andate alla conquista dei nostri beniamini. Era tutto già predisposto, la Chiara avrebbe sposato Tempest, e io Coverdale.

Mi ripeterò, ma la serata è stata ben più che magica. Non solo per avere imbracciato la mia reflex in qualità di fotografa in un evento di tale portata, ma anche per aver rivisto il sorriso della mia Chiara risplendere attraverso le luci del palco, dove si sono esibiti i nostri idoli di sempre.

Grazie musica. Sei in grado di rendere chi ti crea e chi ti ascolta davvero immortale.

 

 

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