Sembra proprio che non si stanchino mai, i DevilDriver, e che di tornare a casa non ne abbiano proprio voglia, visto che sono perennemente in tour e che ormai “Pray For Villains”, il loro ultimo album in studio, risale a più di un anno fa. Evidentemente il fatto di essere costantemente in giro non infastidisce il gruppo, che presto si imbarcherà in una nuova serie di date in compagnia dei 36 Crazyfists. In occasione della prima giornata del Gods Of Metal abbiamo avuto la possibilità di intervistare il bassista della band, Jon Miller che, seppur poco loquace, ci ha fornito qualche succosa anteprima sul futuro prossimo della band californiana.
Ciao Jon, vorrei iniziare l’intervista chiedendoti, secondo te, qual è il genere di musica dei DevilDriver.
(Ci pensa su un bel po’, nda) Suoniamo musica che cerchi di rendere felici noi ed i nostri fan, niente stronzate, solo rock ‘n’ roll.
Te l’ho chiesto perché nella famosa serie tv Scrubs, quando il ragazzo delle consegne ascolta la vostra musica, la definisce speed metal…
Credo si tratti di una trovata dei produttori, visto che dubito che conoscano che cosa sia in realtà lo speed metal. Sai, non mi interessa molto come la gente definisce la nostra musica: nu metal, death metal, heavy metal e così via. Per me si tratta solo di rock ‘n’ roll.
Come siete riusciti a far parte della colonna sonora di Scrubs?
Jeff, il nostro chitarrista, è riuscito ad avere l’indirizzo e-mail di uno degli autori della serie e l’ha letteralmente tempestato di richieste per includere un nostro brano in una puntata della serie. Sai, tutti gli show di questo tipo sono sempre alla ricerca di musica e noi siamo apparsi in due episodi, è stata una buona spinta.
Parlando un po’ del vostro ultimo lavoro, “Pray For Villains”, non posso fare a meno di notare che è uscito ormai da quasi un anno. Siete ancora soddisfatti della resa dei brani di quel disco?
Si, i DevilDriver sono diventati una grande band, a questo punto della nostra carriera, e lo dobbiamo certamente anche a “Pray For Villains”, un album che ci ha aperto molte porte: in Inghilterra, ad esempio, faremo tra poco un tour e prima d’ora non c’era ancora successo di farlo da soli. Siamo arrivati ad un livello in cui il gruppo è riuscito a sfondare di più rispetto al passato, e questo non può essere che un bene.
E che tipo di reazione avete riscontrato sempre a riguardo di “Pray For Villains”?
Sembra che alla stampa sia piaciuto molto e credo che sia leggermente diverso dai primi 3 dischi che abbiamo inciso, avendo provato qualche soluzione diversa dal solito. A livello di vendite sembra abbia funzionato, visto che abbiamo venduto molte più copie che non con gli album precedenti, quindi credo di poter dire che anche ai fan è piaciuto.
Credo si tratti oltretutto di un lavoro anche più melodico rispetto ai suoi predecessori…
Si, ma ci sono anche alcune delle partiture più heavy che abbiamo composto. Sarebbe stato noioso inserire solo ed esclusivamente cose pesanti, quindi della melodia ci sta sempre bene, altrimenti potremmo metterci a fare ogni volta lo stesso disco solo con un diverso titolo, non avrebbe molto senso.
Mi ha incuriosito la canzone “I’ve Been Sober”, cosa mi puoi dire a riguardo del suo testo? C’è qualcosa di autobiografico in esso?
Si, credo di si. Dez (Fafara, cantante della band, nda) ha scritto questo testo e parla di come sia difficile quando sei in tour mantenere un certo equilibrio, non lasciarti andare ai vizi che ti si presentano come droghe e, appunto, alcool. Essere una touring band e tenere la testa a posto non sono necessariamente due cose facilmente conciliabili.
Sull’artwork di “Pray For Villains” avete abbandonato il vostro simbolo di sempre, la Cross Of Division. Come mai? E cosa significa il gufo?
Quella di eliminare la Cross Of Division è stata una decisione atta a voler cambiare un po’ le cose, a non riproporre di nuovo la stessa immagine tante volte. Il gufo che abbiamo deciso di mettere in copertina ha diversi significati per molte culture: in generale ha il ruolo di osservatore, ma per alcuni è buono e per altri è presagio di sventure. Quello che volevamo era una copertina semplice, senza troppi fronzoli e, in effetti, abbiamo poi solo messo il gufo ed il logo della band neri su sfondo bianco, nulla di più.
Avete già qualche idea per il prossimo album?
In realtà è già stato completato, abbiamo da poco finito di registrarlo e si chiamerà semplicemente “Beast”.
Domani suoneranno su questo stesso palco i Behemoth. Che cosa ricordi del concerto di Halloween che avete suonato insieme in Germania (la band è salita onstage con dei costumi e face painting curato da Nergal, chitarrista e cantante dei Behemoth, nda)?
Mi ricordo che notai come Halloween, al di fuori degli Stati Uniti, non viene festeggiato più di tanto. Nessuno in mezzo al pubblico indossava qualche costume, ma noi ci siamo divertiti moltissimo lo stesso, è stata una grande serata.
Alcuni artisti come Megadeth, Korn, Anthrax e Black Label Society hanno dichiarato che non faranno uso dei prodotti della British Petroleum per i loro tour allo scopo di boicottare i responsabili del disastro della marea nera. Che cosa pensi in proposito?
Si tratta sicuramente di uno dei più grandi disastri ambientali che la storia dell’umanità abbia mai conosciuto, una catastrofe che ha avuto moltissime conseguenze anche sulla fauna delle zone colpite. Sarà un grosso problema risolvere questa questione.
Questa era la mia ultima domanda, ti lascio carta bianca per concludere come vuoi l’intervista.
Vorrei solo dire che ci piacerebbe suonare di più in Italia, ci siamo stati qualche volta, ma dobbiamo tornarci più spesso. Oggi siamo abbastanza in alto nel bill del festival ed i fan italiani sembrano apprezzare la cosa e dovremmo venire da queste parti molto più sovente. A tal proposito annunceremo a breve una serie di date invernali in compagnia dei 36 Crazyfists che sicuramente coinvolgeranno anche il vostro Paese, quindi tenete d’occhio le news a riguardo!