Il disco che ho ora tra le mie mani e di cui sto per parlarvi e’ la riedizione del demo dei Dianira “Ottobrezerodue”. Adesso che la band ha il supporto della Mkm Promotion il demo e’ stato ristampato con tre bonus track: una versione acustica di un vecchio brano e due pezzi live. Ma andiamo ad analizzare la musica del gruppo… I Dianira descrivono la loro fatica come “rock italiano” (genere che, a dire la verita’, non e’ proprio tra i miei favoriti…) ed effettivamente nei loro brani si sente una evidente ispirazione a gruppi cardine di questo stile quali i Litfiba e i Timoria (in entrambi i casi si parla del primo periodo di entrambi i gruppi, quello meno “commerciale”, tanto per intenderci). I pezzi non sono male, e penso che un appassionato del genere li possa gradire, tuttavia sono stato molto infastidito dalla sensazione di “gia’ sentito” che pervade un po’ tutto il disco. Ma e’ forse il caso di parlare un po’ dei singoli pezzi… L’opener “Lei” e’ un brano piuttosto orecchiabile e dal feeling molto radiofonico, piacevole da ascoltare ma che non lascia il segno, mentre “Mey dey” vorrebbe essere un pezzo un po’ piu’ energico, ma non convince del tutto… Con il successivo “Il male che mi fa” pero’ le cose cambiano ! Il brano infatti (gia’ apparso nella compilation “Italian Experiences Vol. III” della Path Of Experiences) e’ decisamente superiore a quanto sentito finora, con l’energia che sprizza fuori da ogni nota e con le ritmiche accattivanti di cui e’ dotata la canzone. Le strofe e il ritornello sono accattivanti e in generale questa composizione dimostra di avere una marcia in piu’ rispetto alle altre tracce del disco (penso che i Dianira in futuro dovrebbero lavorare in questa direzione…). Ci sono poi le tre canzoni aggiuntive… La versione acustica di “Lei” (intitolata “L’altra lei”) non mi dice piu’ di tanto, come la versione originale infatti si lascia ascoltare piacevolmente, ma non si infila in testa… Le due tracce live lasciano infine pure loro l’amaro in bocca, soprattutto perche’ la band si sposta verso lidi piu’ commerciali, e sembra diventare un clone dei Litfiba del nuovo periodo (decisamente inferiori, secondo me, a quelli degli esordi), soprattutto il cantante, che emula Pelu’ in maniera a dir poco fastidiosa (in “Lady in volo” la sua prestazione e’ quasi scandalosa!). Insomma, il gruppo non e’ malaccio, ma penso che ancora debba lavorare un po’ prima di poter sfondare, cercando soprattutto di diventare un po’ piu’ originale (e spero per questi ragazzi che le registrazioni live non indichino la strada che la band intende intraprendere per il futuro)… Qualche segnale di un possibile interessante sviluppo comunque c’e’ (alcune parti di certi brani e la riuscita “Il male che mi fa”), e questo fa si’ che il demo si guadagni qualcosa di piu’ di una sufficienza, tuttavia adesso sta alla band cercare di evolversi in un qualcosa di piu’ meritevole…