In attività dal 1964, Dick Wagner da alla luce nel 2009 il suo terzo album solista di purissimo hard rock in stile Whitesnake dei primi tempi.

Passato alla ribalta come ottimo turnista che collaborò per due decenni con Alice Cooper, oltre ai vari Lou Reed, Kiss, Aerosmith e Peter Gabriel per citare i maggiori, Wagner passò una carriera da cinque stelle quasi totalmente nell’ombra, senza mai ricevere il successo dovuto.

E’ così che nel 2001 esce “Remember the Child”, il primo album solista, seguito nel 2006 da “Home at Last Volume 1 & 2” per poi arrivare al qui presente “Full Meltdown”, un autentico capolavoro che mescola assoli mozzafiato con ballate alla Scorpions e rock ‘n roll della vecchia scuola.

Ci troviamo davanti un disco edito nel 2009 ma che in realtà assembla brani scongelati perlopiù dagli anni ’90, con quindici brani che sanno colpire, coinvolgere ed attirare come una enorme calamita; la qualità è di altissimo livello, garantita da un’esperto del settore che senza tanti fronzoli trasuda passione, tecnica e melodia in maniera diretta e trascinante.

A confermarlo ci sono ottimi brani dal groove massiccio come “Another Twist Of The Knife”, “Still Hungry” o ancora la sfrenata “Stagger Lee”, mentre passando sul piano più soft abbiamo la splendida ballad “I’d Take The Bullet” o le più emotive “Ecstasy” ed “She Said”.

Pur contenendo qualche traccia in più rispetto agli usuali standard di dieci/dodici tracce per un album, questo sensazionale chitarrista/cantante riesce a non cadere mai nel banale, sfornando un best of con brani impeccabili, oltre al fatto che, sia il sound che la struttura compositiva suona dannatamente con la sonorità tipica degli anni ’80, senza quel suono moderno perfetto in tutto per tutto, in questo caso riusciamo a sentire l’anima dell’hard rock uscire dalle casse.

Devo sinceramente dire che sono rimasto colpito da questo artista, una volta inserito nello stereo questo cd non sono più riuscito a toglierlo! L’ho sentito a random più e più volte ed ancora non mi ha stancato, sarà forse per il fatto che quando a fare Musica è qualcuno che l’ha fatto per tutta la vita con ottimi risultati, anche se in pochi lo conoscono, la differenza si sente nitidamente.

Il disco è assemblato da tracce registrate nel 1991 e nel 1979, escluse “She Said” (1988), “Darkest Hour” e la potentissima “Steal The Thunder” (1995); come altra ottima ballad abbiamo inoltre “These Days”, bellissimo brano del ’79 cantato e suonato al piano interamente da Dick.

In conclusione consiglio vivamente l’acquisto di questa perla dell’hard rock, a mio parere soldi spesi bene per un disco sincero, potente e che punta dritto alla sostanza.

 

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