Gli italiani Disarmonia Mundi nascono non molto tempo fa, più esattamente nel 1999 per opera di Dario Merlin (batteria), Ettore Rigotti (voce/chitarra) e Marco Corti (chitarra) per poi aggiungersi Mirco Andreis (basso). Purtroppo questa formazione resta in piedi per poco tempo causa vari problemi, infatti Dario Merlin e Marco Corti devono abbandonare ma restano ugualmente legati alla band (Marco Corti è il curatore dell’artwork di questo Nebularium) e arriva quindi Simone Palermiti.
Intanto Ettore Rigotti frequenta un corso da tecnico del suono che sarà importantissimo per l’autoproduzione di questo album e nello stesso momento arriva nel gruppo un nuovo vocalist: Benny Bianco Chinto; risolti ulteriori problemi i ragazzi riescono a far nascere queste otto song e grazie alle capacità e allo studio di Ettore autoproducono questo cd. Non troverete in giro demo di questa band proprio perchè hanno deciso di produrre un disco completo credendo giustamente in loro stessi, e sono stati ripagati visto il successivo accordo con Self per la distribuzione in Italia.
Ma ora passiamo a parlare della musica suonata dai Disarmonia Mundi, il loro è un Death Melodico con voce growl (in alcuni punti quasi scream) e pulita, suonato con buonissima tecnica ed il tutto condito da un po’ di tastiera ed effetti vari. I ragazzi sono tutti molto bravi in particolare Ettore (che diciamo è un po’ il tuttofare della band visto che si occupa della batteria, della chitarra e della tastiera) e Mirco il bassista.
La prima traccia è una intro di tre minuti e subito si sentono le capacità dei ragazzi, si preannuncia un lavoro mica male… si passa alla seconda traccia, Blue Lake, che inizia subito con un riff che ricorda tantissimo gli Hypocrisy dell’album omonimo (che a me piacciono molto), voci growl e pulite e verso metà della canzone si sente un pezzo di jazz/swing, che ho molto apprezzato, per poi incattivirsi nuovamenre; bella traccia, forse la migliore del disco insieme alla quinta Burning Cells.
La successiva MechanicHell stavolta mi ricorda gli Hypocrisy anche per lo stile del cantato iniziale, qualche inserto elettronico e ottime idee, un’altra bella canzone e molto bravo il vocalist.
Guilty Claims invece è un po’ più lenta delle precendenti lasciando più spazio alla voce pulita, e si nota anche qualche influenza degli In Flames nella parte intermedia come nella traccia successiva, questa è una song che si ascolta con piacere.
La quinta traccia è di nuovo una traccia tirata per poi cambiare di ritmo, il batterista inizia a sembrarmi una macchina! Un’altra ottima song che dà ancora prova della versatilità del vocalist.
Demiurgo inizia in maniera lenta e molto melodica, bei riff, non mi è piaciuto solo l’urlo growl iniziale, personalmente avrei preferito non ci fosse oppure farlo in modo diverso… forse nel complesso è quella meno bella ma solo perchè messa a confronto con le altre anche se il riff iniziale/finale mi piace molto.
La penultima è la title track: Nebularium; inizia con voce pulita che risentiremo anche durante la song, ancora buone idee messe bene in pratica. Anche questa canzone non è niente male.
Il cd si chiude con l’ottava traccia, una strumentale.
Questo Nebularium, per essere il primo lavoro dei Disarmunia Mundi, promette benissimo ed hanno fatto bene a puntare direttamente su un full length invece che fare un demo. La produzione è molto buona, l’unica cosa che ho da ridire è che la voce dovrebbe essere un po’ più alta come volume; anche l’artwork mi piace moltissimo (non perchè c’e’ una bella ragazza!!!) anche se non è di molte pagine.
Una nota importante è che i ragazzi sono riusciti ad accordarsi con la Self per un prezzo più basso del normale che farà sicuramente piacere a tutti, infatti sarà di 12 Euro circa! Non conosco il prezzo preciso poichè uscirà in tutti i negozi italiani il 17 aprile 2002.
Rimane solo una cosa da dire su questo lavoro tutto italiano: COMPRATELO!