I Domina Noctis sono di Parma (e stando a quanto si legge sul sito sembrano una band abbastanza attiva dal vivo nella loro zona) e ci propongono la loro musica con questo “Venus in a dust whirl”, contenenente tre brani. I tre pezzi del disco sono tutti facilmente catalogabili nel genere “gothic”, specificando pero’ che in questo particolare caso l’accento e’ posto sulla voce. Edera risalta infatti su tutta la parte strumentale e si occupa di cantare totalmente i pezzi (non c’e’ la controparte maschile growl, come spesso accade nel genere). Considerata l’importanza di Edera nell’economia della band trovo che la sua prestazione sia uno degli elementi chiave per valutare la riuscita di questo demo, e purtroppo gia’ da qui affiora quello che secondo me e’ il problema principale della band… non riescono a coinvolgermi!! La voce della cantante e’ infatti bella e, tecnicamente parlando, utilizzata abbastanza bene, tuttavia non riesce a lasciare il segno ed al di la’ del “e’ brava” pensato sul momento non si va… E forse questo deriva anche dalla scelta effettuata sulla durata delle canzoni, i tre pezzi sono infatti tutti molto lunghi, ma dopo un po’ l’ascoltatore distoglie l’attenzione e il disco passa in sottofondo. Non che i brani siano brutti, e infatti molti momenti presi singolarmente si lasciano ascoltare bene, l’insieme pero’ non e’ incisivo come dovrebbe. Detto questo finisce lo spazio dedicato alle critiche e si passa agli aspetti positivi. Come gia’ detto Edera e’ brava ed in alcuni momenti colpisce parecchio (come nella parte iniziale del primo brano), inoltre trovo che i passaggi delle canzoni un po’ piu’ “sostenuti” siano piacevoli. Anche le atmosfere ricreate non sono male, pur perdendo un po’ di efficacia a causa dei difetti di cui parlavo sopra. Vediamo ora i singoli pezzi… Il primo e’ un lungo brano (piu’ di 8 minuti!) malinconico e dominato dalla voce di Edera, un po’ stancante ma con dei momenti carini (in particolare mi sono piaciute le tastiere e la parte iniziale); la seconda traccia e’ invece un po’ piu’ energica, con chitarre piu’ in vista ed una maggiore grinta, trovo il pezzo piu’ riuscito del primo ed e’ anche il mio preferito all’interno del demo (che sia un caso il fatto che e’ anche il piu’ breve dei tre?); l’ultima composizione infine ha un’introduzione molto bella, con delle tastiere che ricreano un’atmosfera un po’ “inquieta” sulla quale poi entrano gli altri strumenti e infine la voce, il punto di forza di questa canzone si trova pero’ negli arpeggi che accompagnano la voce (belli ma un po’ rovinati dalla produzione non troppo riuscita di chitarre e batteria), purtroppo il brano si perde un po’ nella sua lunghezza di quasi otto minuti… Concludendo ci troviamo di fronte ad una band alla quale non mi sento di assegnare piu’ di un sei (comunque meritato), tuttavia i margini per un futuro balzo di qualita’ ci sono, soprattutto lavorando sull’incisivita’ dei pezzi (anche accorciando la durata delle composizioni) e magari affidandosi ad una produzione di diverso tipo. In bocca al lupo!