Tornano i DragonForce, nuovo disco e nuovo cantante. Infatti lo storico singer ZP Theart ha abbandonato il gruppo dopo la pubblicazione del quarto studio album. È innegabile che i DragonForce, amati/odiati, siano ormai una top band del panorama metal odierno.
Questo nuovo “The Power Within” ci presenta lo sconosciuto Marc Hudson alla voce, indubbiamente motivo di curiosità da parte dei fans della band. Il nuovo arrivato, almeno su disco, si rivela come un singer davvero valido, adattissimo al sound dei DragonForce grazie alla sua voce cristallina e melodica.
Nonostante il cambio di cantante, di solito molto delicato per tutti i gruppi, lo stile della band è rimasto invariato: brani ultra veloci e ultra melodici, come da loro trade-mark. Si nota però uno snellimento delle composizioni: infatti in tutto l’album c’è un solo brano che supera i 7 minuti, mentre gli altri si attestano su una durata di circa 4/5 minuti. Inoltre, questa volta, Herman Li e compagni non sentono il bisogno di spingere sull’acceleratore per tutta la durata del disco. Vi sono infatti pezzi dai ritmi “normali”, come la catchy Cry Thunder che si distingue per il coro davvero azzeccato e per le atmosfere vagamente epiche, o la melodica Seasons, brano da manuale del power melodico. Se da un lato queste parziali novità rinfrescano un poco il sound della band, d’altro canto il rischio di diventare dei Freedom Call qualsiasi è concreto. Fortunatamente, per gli amanti del combo inglese, non mancano le sfuriate in doppia cassa a 200km/h, gli assolo al fulmicotone e i refrain ipermelodici. Brani come l’opener Holding On o la seguente Fallen World sono dei perfetti esempi di quanto detto pocanzi. C’è spazio anche per la ballad bagna-mutande, la già citata Seasons, questa volta in versione più lenta e acustica, che mette in risalto ancor di più la melodia e la voce limpida di Hudson.
Tirando le somme, “The Power Within” si rivela come un lavoro discreto e rimane al 100% un disco alla DragonForce; ha inoltre il pregio di non richiamare questa o quella melodia di precedenti brani, com’era successo ad esempio con l’interlocutorio “Ultra Breakdown”. I fans della band possono quindi dormire tra due guanciali, “The Power Within” non li deluderà. Chi invece non ha mai apprezzato gli scatenati inglesi, si tenga pure alla larga.