L’indagatore dell’incubo è tornato, dopo che, personalmente, se ne era andato con il numero 100 del fumetto Bonelliano; ora grande ritorno con il film autorizzato ed ufficiale della serie creata da Tiziano Sclavi.
Non che fosse un film che aspettassi in maniera trepidante ma sicuramente non mi dispiacque l’annuncio della produzione, un po’ meno l’attore che ho ritrovato nei panni di Dylan Dog: un palestrato, reduce da Superman, Brandon Routh con una sola espressione facciale… E Groucho ? Che fine ha fatto Groucho ? Bella domanda, lo si intravede solo in una foto durante il film, l’assistente di Dylan è diventato lo zombie Marcus (Sam Huntington) con cui scopriremo durante il film la triste vita che devono affrontare questi esseri tra pezzi di ricambio fisici ed alimentazione.
La storia si basa su un indagatore in pre-pensionamento che ha deciso di lasciare il mondo del mistero per dedicarsi ad altre indagini più normali, lasciandosi alle spalle la sua camicia rossa e giacca nera per poi ritornare, costretto dagli eventi, sui suoi passi; e le seconde letture tipiche del fumetto ? Inesistenti, non si usa il mezzo comunicativo per trattare temi più profondi a cui i lettori erano piacevolmente abituati… Qui siamo davanti ad una storia di licantropi, vampiri e piccole cospirazioni. Nulla di particolare, ed infatti è proprio questo il parere sul film: nulla di particolare.
Anche senza avremmo vissuto benissimo, simpatici alcuni degli interventi di Marcus, triste l’interpretazione di Routh. Ridatemi Francesco Dellamorte, lo preferisco.