Autori di un Hard Rock molto melodico, i tedeschi Eat the Gun escono dopo due anni con il loro terzo album, intitolato “Runner”.Dopo il grande successo dettato dal precedente “S.P.M.A.T.D.”, che entrò nella top ten dei rock/metal dj charts tedeschi e per il quale vennero girati due video che girarono continuamente su due importanti canali televisivi, IMusic1 e Yavido TV, registrare un album che lo superasse non era impresa facile.A mio parere non possiamo fare un vero e proprio paragone con il nuovo “Runner” per il fatto che è stato maturato lo stile sonoro, con un cambiamento più intrigante; nel vecchio disco abbiamo ottimi pezzi come “Solitary Sinners” e “Sweet Lorraine” che danno la carica a suon di rock and roll mentre qui abbiamo delle fusioni di più generi e stili a caratterizzare i brani ed un sound più pesante, senz’altro più metal che hard n’ roll come prima.Questo suono più duro è secondo me più adatto alla voce aggressiva di Hendrik che riesce a sfruttarla in differenti tipologie di sound; inoltre sono state mantenute le parti melodiche ed in tracce come “Daredevil Supreme” si può percepire in buona parte del pezzo la vecchia venatura hard rock.In questo lavoro si sono fuse con maggiore percentualità le influenze del caldo rock/blues del cantante con le sonorità più thrash degli altri due, possiamo infatti definirlo un hard rock con un sound thrash, piuttosto particolare e decisamente intrigante (vedi ad esempio “Down In The Fire”, rimarcata da un riff blues e sostenuta da una ritmica molto più massiccia).Sul finale dell’album abbiamo poi un prevalente ritorno all’hard n’roll, sempre con venature più pesanti; troviamo infatti “Give Sight To The Blind”, con un intro quasi hawaiano che sfocia poi in un potentissimo hardo rock seguito da “I’m Obsessed”, anch’esso forgiato dallo stesso sound massiccio e dal ritornello scritto apposta per far cantare l’audience a squarciagola.Della conclusiva “Three Six Five” non ho per niente apprezzato l’intro vocale parlato, cosa che si trova anche in “Liberator” anche se in modo un po’ diverso; l’ho trovato fuori luogo e piuttosto irritante, mentre una volta terminata la parentesi il brano si è dimostrato molto bello e coinvolgente.Le mie conclusioni sono state che la band in questi due anni ha avuto un notevole sviluppo sonoro che ha portato a creare brani dalla struttura innovativa, mescolando blues, hard rock, sound in stile Pantera, arpeggi di buon gusto e riff killer in modo vincente.Rispetto al precedente album che senz’altro avrebbe conquistato i consensi a priori per via delle sue ritmiche estremamente orecchiabili e trascinanti, “Runner” necessita diversi ascolti per essere compreso appieno e nonostante la sua venatura sperimentale non è affatto carente di contenuto e di qualità.Pollice alzato per questi ragazzi che hanno saputo osare con qualcosa di innovativo!