Bicchiere mezzo pieno o bicchiere mezzo vuoto?
Nuovo disco degli Edguy, decimo in studio per la band di Tobias Sammet. È chiaro da tempo che ormai gli Edguy abbiano deciso di volgere il loro sguardo oltre al power degli esordi (notate che evito accuratamente di parlare di “evoluzione”, termine fin troppo abusato dalla nostra classe di “scribacchini”). Con questo “Space Police – Defenders Of The Crown” i nostri riprendono in parte lo stile che li aveva lanciati a fine anni ’90, unito però a quel (per me) fastidioso mood demenziale che li accompagna da qualche disco a questa parte.
Il risultato, al di là delle scelte stilistiche di Sammet, è una raccolta di buoni brani accostati ad altri invero un po’ troppo scarsi (forse la maggioranza). Peccato, perché l’inizio del disco lasciava davvero ben sperare, con la veloce Sabre & Torch che ci restituisce i migliori Edguy, come non li sentivamo da tempo. Un bel riffing, unito a tanta buona melodia che sfocia in un coro da cantare fin da subito. Anche Space Police si rivela un buon pezzo: introdotto dalle tastiere, un riff di chitarra ci guida fino ad un coro tipicamente alla Edguy, davvero ben riuscito. Un po’ idiota lo stacco vocale prima della chiusura, con Sammet che si mette ad ansimare (stile film porno trash), ma che non intacca comunque il giudizio positivo sul pezzo.
Defenders Of The Crown si mantiene sui medesimi livelli, alternando discrete melodie ad un coro “epico”, pervaso quell’aura ironica che caratterizza da sempre il buon Sammet. Annovero anche The Realms Of Baba Yaga tra i pezzi meglio riusciti, grazie ad una struttura dinamica e a delle buone melodie vocali. Forse eccessivamente prolissa nel ripetere il coro nel finale, ma song sicuramente positiva.
E poi? E poi cominciano le cazzate (se mi passate il francesismo). Ecco quindi che arriva Love Tyger (anche primo video del disco) in cui gli Edguy tornano a scimmiottare i The Darkness (ma perché?!)! Il pezzo di per sé non fa neanche così schifo (ma non è nemmeno bello), ma centra col resto del disco come i cavoli a merenda!
Do Me Like A Caveman non è un brano esattamente riuscito, troppo blando e senza mordente, con un testo che probabilmente vorrebbe essere ironico ma non colpisce nel segno.
Shadow Eaters riprende nuovamente il mood iniziale del disco senza però eguagliarne la qualità, complice una melodia poco incisiva nel coro e un’inutile prolissità.
Alone In Myself dovrebbe (o vorrebbe) essere la ballad del disco, ma si rivela semplicemente un brano lento e insipido, con un coro soporifero. Da skip quasi istantaneo.
Stendiamo un velo pietoso sulla cover di Rock Me Amadeus, utile e divertente quanto un brufolo sul culo.
The Eternal Wayfarer è il brano più lungo dell’album, posto in chiusura. Non male, anche se non si tratta di nulla di memorabile. Una buona struttura e tanto mestiere, che a mio avviso non bastano per annoverare il pezzo tra i classici della band. Probabilmente finirà nel dimenticatoio dopo qualche ascolto.
“Space Police – Defenders Of The Crown” sembra l’ennesima occasione sprecata: buoni spunti, alcuni brani positivi, vanificati però da scelte quantomeno discutibili e da evidenti cadute di tono.
Per me, che da una band blasonata come gli Edguy pretendo sempre il meglio, il bicchiere è decisamente mezzo vuoto.