Il gruppo degli Egart viene fondato nel 2000 da Muccio e Sette e viene definitivamente completata la formazione nel 2001. Nonostante sia giovane, il gruppo ha all’attivo già tre demo, di cui questo “Lord Of Change” è il loro ultimo. Devo essere onesto. I cinque brani qui presenti mi hanno spiazzato non poco data l’altissima varietà di (sotto)generi musicali inglobati: power, death, folk, epic. Il tutto però ottimamente miscelato. Unica pecca la produzione non proprio cristallina ma decisamente accettabile. I sei ragazzi dal canto loro dimostrano che gli studi effetuati negli anni dell’adolescenza sono serviti a prepararli bene dal punto di vista tecnico ed esecutivo. Come ho già accennato all’inizio gli Egart miscelano vari generi musicali e così ci ritroviamo in apertura una canzone, un intro per l precisione, la cui parte iniziale è sinfonica e dolce ma che si conclude molto aggressiva, un po’ per fare da preludio alla canzone che dà il titolo al demo “Lord Of Change”. Pezzo dal sicuro impatto sonoro creato dalle due asce Sette/Girondini e dalla voce graffiante e ruvida di Muccio, il brano mi ha fatto venire alla mente in particolare i Dark Tranquillity nonostante il tutto sia reso molto personale, merito anche delle tastiere, veramente eccellenti. Si resta quasi sugli stessi binari con “The Call” che è però un po’ più monotona e noiosa della precedente mentre si cambiano completamente coordinate con la dolcissima e commovente “Ethereal Melody” in cui Muccio dimostra tutta la sua versatilità cantando pulito e sognante come mai mi sarei aspettato, dopo aver sentito le bordate maciulla orecchie precedenti. Veramente splendida la linea melodica di base dettata dal tastierista Salsa in cui le chitarre sono pressochè assenti, se non nei soli dal forte sapore rockettaro. Decisamente efficace la struttura folk/epic dei cori in “Dark Age”. Brano dal sapore power, è ispirato dai “figli di Bodom” ma con un bel sottofondo epico che ne accresce il valore. Forse il brano migliore del lotto. Considerazioni finali: Il gruppo è veramente bravo nel suonare un po’ tutti i generi ed è riuscito a mischiare veramente di tutto in modo efficace e non banale. Complimenti.