Nei primissimi anni novanta la (ormai defunta) Modern Music creò la TT Records, etichetta dedicata quasi esclusivamente a sonorità prettamente power in tutte le sue forme che da lì a qualche anno si sarebbero moltiplicate.

Nella neonata scuderia entrarono a far parte gli olandesi Elegy, gruppo in cui oggi rimane, della formazione originale, solamente il bassista, a meno di ulteriori cambi in quanto la band è al momento in uno stato vegetativo.

Gli Elegy furono uno dei primi gruppi power-prog dei novanta, genere che tanto successo avrebbe avuto negli anni immediatamente successivi; successo dovuto in gran parte al successo degli statunitensi Dream Theater, appena reduci dalla pubblicazione del seminale Images & Words.
Labyrinth Of Dreams è quindi l’album di esordio di un gruppo dedito a sonorità dalle fortissime tinte power ma con delle ottime e raffinate partiture progressive che con il proseguire degli anni diventerà sempre più predominante, in particolare dopo la dipartita del talentuoso cantante Eduard Hovinga, dalla voce stridula e potente.

Per farsi un’idea del lato prog dei sei musicisti basta ascoltare la bellissima strumentale All Systems Go e la variegata Trouble In Paradisei>, mentre si può ascoltare il lato più power nella helloweeniana The Guiding Light.
A parte queste canzoni in cui i due risvolti sono più marcati, o meglio vi è l’assenza di uno dei due, tutte le altre canzoni miscelano alla perfezione la velocità e aggressività del power di influenza teutonica ai rapidi cambio di tempo e di melodia del prog.

Ritengo Labyrinth Of Dreams un ottimo album, acerbo quanto basta per essere scritto e suonato d’istinto ma tecnicamente ineccepibile in grossa parte dovuta all’ottimo solismo del talentuoso Henk Van De Laars, scomparso dalle scene dopo la fuoriuscita dal gruppo qualche anno più tardi e sostituito dal famosissimo chitarrista Patrick Rondat, mentre Hovinga verrà sostituito dall’ex cantante dei Vengeance Ian Parry.

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