Eloah è un concetto, più che un artista: dalla pittura alla letteratura fino alle arti marziali passando per la fotografia e l’astronomia. Poi, ovviamente, c’è la musica. In essa la filosofia del progetto è abbastanza chiara: diffondere al meglio il proprio pensiero attraverso una proposta volutamente minimalista ed intimista con riferimenti sia al progressive degli anni ’70 che alla scena alternative dei giorni nostri.
Sulla carta, Ode To Brother Horn, è quindi un lavoro che rispecchia la sensibilità artistica del leader di questo progetto, cioè Elmar C. Fuchs, ragazzo austriaco che si nasconde dietro al monicker Eloah per poter portare alla luce le sue oniriche visioni. Tali suggestioni si traducono in un disco complicato da digerire e dai ritmi estremamente soffusi, ideale per essere ascoltato nel buio di una camera e con una predisposizione mentale propria all’atmosfera cui si andrà incontro. Ci sono, per carità, anche porzioni più heavy, come in Iron Lady, Father o You Have Been Mine, ma risultano essere, alla fine dei conti, quelle meno riuscite in quanto piuttosto lo-fi.
Volendo descrivere appieno l’essenza di un disco come questo, si possono tirare in causa tantissimi aggettivi: complesso, emotivo, intimo, soffuso. In realtà la fusione di tutte queste sensazioni porta ad un lavoro ostico, quasi proibitivo nella sua eccessiva lunghezza e prolissità che si trasforma in un notevole limite da sormontare. Il tutto è condito da momenti di lucidità in cui il songwriting si fa interessante, ma forse spezzare quest’opera sarebbe risultato più consono alle orecchie dell’ascoltatore medio.
Nel complesso, di conseguenza, non convincono determinate scelte compiute dall’autore, il quale va controcorrente rispetto alla norma delle uscite discografiche e propone un lavoro difficile e che richiede pazienza, ma che non riesce a comunicare le emozioni che vorrebbe, complice una registrazione di qualità non eccelsa. L’ascolto preventivo potrebbe essere d’aiuto per comprendere se il lavoro del progetto Eloah possa fare per voi.