“Everything Remains” è da poco uscito e già si preannuncia come uno dei più attesi e riusciti come back dell’anno. Con qualche giorno di anticipo, siamo stati raggiunti telefonicamente dal simpaticissimo leader del combo svizzero, Chrigel Glanzmann, per la consueta chiaccherata a tuttotondo, sul nuovo disco e non solo; la band approderà in Italia il 2 marzo con il carrozzone del Paganfest in compagnia di bands quali Fintroll, Dornenreich, Varg e Arkona…come si dice in questi casi, horns up! Buona lettura!
Ciao Chrigel…che tempo fa in Svizzera?
Ciao… it’s fuckin’ cold…circa dieci gradi sotto zero…e in Italia?
Anche qui fa più freddo del solito, ma non come da voi…ho ascoltato il nuovo disco “Everything Remains” e mi è sembrato più heavy del precedente. Il titolo invece suona quasi come una dichiarazione, come se voleste dire “siamo qui, siamo tornati, ma abbiamo sempre lo sguardo proiettato in avanti”. Vi considerate una band in continua trasformazione, o restate fedeli a un preciso trademark?
Di sicuro non abbiamo dimenticato il nostro trademark…non ci definirei come una band in costante cambiamento, o meglio sì, cerchiamo sempre di sviluppare nuove idee, ma questo dovrebbe farlo ogni band in maniera del tutto naturale…diciamo che è il titolo è la logica riflessione scaturita da un disco come “Evocation I” che è da considerare a tutti gli effetti una parentesi nella nostra discografia, una cosa del tutto speciale. Penso anche che il nuovo album sia probabilmente il più oscuro e il più heavy di quelli fatti fino ad ora. Il titolo sì, puoi intenderlo come una dichiarazione aperta non tanto riferita alla musica, quanto ai nostri pensieri e alle lyrics dell’album.
Avete nuovi membri nella band…
Sì già da un po’ di tempo, da circa un anno e mezzo abbiamo due nuovi membri.
Hanno preso parte al songwriting?
No, sono io che scrivo tutte le canzoni.
Fino ad oggi la componente folk è stata predominante nella vostra musica. Vi definireste musicisti metal approdati al folk, o il contrario?
Più che mai musicisti metal! Tutti noi siamo molto interessati e coinvolti nella scena folk, ma fondamentalmente mi ritengo un vero fuckin’ metal head!
Quindi “Evocation” può essere considerato solo un esperimento?
Sì sì assolutamente, è ciò che stavo dicendo prima. Fare qualcosa di totalmente acustico era un’idea che avevo in mente da molto tempo. Con “Evocation I” ci siamo messi alla prova, provando a dar vita ad un progetto che andasse oltre il concetto di metal band…il fatto di aver intitolato il disco “Evocation I” lascia intendere che potrebbe esserci un seguito ma non sappiamo quando vedrà la luce…
Avete mai pensato pensato ad una partnership o ad una collaborazione con altri musicisti folk?
Sì e no… no, nel senso che non daremo vita a cose strane o collaborazioni innaturali…sì, nel senso che nei nostri dischi abbiamo già avuto guest musicians, sia su Evocation che sul nuovo disco e potrebbe capitare di nuovo in futuro.
Recentemente avete intrapreso un tour negli Stati Uniti…che impressione fa vedere gli americani a confronto con una cultura come quello folk europea?
E’ un mondo totalmente diverso. Negli ultimi anni la scena pagan folk è davvero cresciuta in termini di popolarità e tour di questo tipo negli States ce ne sono sempre di più; sai, loro non hanno una cultura così antica e radicata ed è chiaro che nel momento in cui ti avvicini a loro con certe melodie e certi testi e dici “questa è roba di duemila anni fa” beh, indubbiamente ne restano affascinati, questo sì, lo abbiamo riscontrato. Il tour è stato davvero speciale, era il primo da headliner, eravamo parecchio nervosi e sentivamo il peso della responsabilità, di avere tutto sulle nostre spalle, ma alla fine è stato un successo.
Avete mai pensato ad esportare la vostra musica in altri continenti, tipo chessò…il sud est asiatico?
Assolutamente, nelle prossime settimane saremo addirittura in India! (da non credere…ndr)
Che ne pensate di questa sorta di “folk revival” degli ultimi anni? Mi riferisco anche alla riscoperta dei valori e delle feste, insomma della cultura folk e più specificatamente celtica, con tutti i suoi significati politici e religiosi..
(ci pensa un po’…) prima di tutto devo dire che non mi importa affatto, a nessuno di noi interessa prendere il discorso in questo senso…voglio dire, ognuno è libero di avere la sua idea a riguardo, non ci importa di quello che la gente fa o crede. Questa è la cultura dei nostri avi e nella nostra musica c’è molto di questa tradizione, per me personalmente significa molto ed è presente nella mia quotidianità, in ciò che faccio, ciò che vivo giorno dopo giorno. Non mi importa di ciò che fanno le altre persone, di quelli che lo prendono a pretesto solo per le feste nel weekend, non faccio parte di associazioni o cose simili…una cosa è ciò che facciamo in privato, tutt’altro è ciò che facciamo in quanto band. Per quanto mi riguarda la cultura celtica è molto importante, ha un ruolo centrale per la mia persona ma questo non influenza necessariamente gli altri membri, sebbene condividiamo i contenuti delle nostre canzoni. Se leggi attentamente i nostri testi noterai che si tratta per lo più di narrazioni storiche, non vogliamo lanciare messaggi o predicare un credo religioso. Quando qualcuno è interessato alla cultura celtica mi fa piacere parlarne ma non sento il bisogno di andare in giro a predicare, ognuno è libero di farsi la propria opinione. Non predichiamo quel che facciamo. Ci sono molte bands sopratutto in questo genere che lo fanno, ma non è quello che vogliamo.
Potremmo dire che il folk metal è nato nei primi anni ’90 con gli Skyclad, cui però negli anni non ha fatto seguito alcuna band di rilievo, almeno fino agli anni 2000. Che ne pensi della scena folk attuale, quali sono secondo te le bands più interessanti?
Ad essere onesto non ne ho idea. Non conosco molte pagan folk metal bands, personalmente ho sempre avuto come riferimento il death metal; ricordo quando le prime death metal bands uscirono allo scoperto, non fecero altro che portare il thrash metal ad un livello superiore. Nacquero in un contesto totalmente underground, poi all’improvviso, nel giro di un paio di anni, alcune bands svilupparono un sound più personale e ne guadagnarono in termini di popolarità… da lì sono sorte decine e decine di death metal bands nel giro di pochissimo tempo, ma fatte salve poche di esse erano tutte dei cloni…la stessa cosa sta accadendo con il folk metal: nei primi due anni sono sorte formazioni che col tempo sono cresciute e progredite…tornando al death, mi viene in mente una band inglese chiamata Nocturnus, la prima ad inserire le tastiere nel death metal..
I Nocturnus…come dimenticare l’album “The Key” (erano i primi anni ’90)…oppure i Coroner…
Ecco, quello è stato qualcosa di rivoluzionario… molte altre bands sono nate sulla falsariga di queste. La stessa cosa sta accadendo con il folk: c’erano molte bands originali all’inizio. C’è da dire che come il death metal allora, il folk oggi è un genere abbastanza giovane, sopratutto in Germania è molto in voga e ci sono molte nuove bands…
Gli Equilibrium, i primi che mi vengono in mente…
loro sono fra i più originali, sicuramente, ma ce ne sono tante che non sono altro che cloni! Ciò che accadrà in futuro, come già successo per molti altri generi, è che qualche band sentirà il bisogno di crescere, riuscirà a farlo e si svilupperà in nuove direzioni, o almeno questo è quello che spero!
Che ne pensate del modo in cui la cultura celtica va mischiandosi con il mondo dello spettacolo come le Rock Opera (vedi “Excalibur”), o spettacoli come “Lord Of The Dance”…è una domanda bizzarra, lo so…
No, non lo è affatto, ma onestamente non sono dentro a questo tipo di contaminazioni. Non ho mai visto o sentito cose di questo tipo quindi non posso esprimere un giudizio.
Una domanda un po’ curiosa da parte di una nostra redattrice: cosa vuol dire suonare heavy metal in una nazione pulita e ordinata come la Svizzera?
(ride di gusto) Puoi dire alla tua collega che se un giorno dovesse passare dalla nostra sala prove, cambierebbe sicuramente idea a riguardo!
Venite da una nazione in cui vi è un tenore di vita molto alto, che non prende parte a guerre da molti secoli a questa parte…com’è il resto del mondo visto dalla Svizzera?
E’una cosa di cui essere grati…(ci pensa un po’)…ed è anche triste, molto triste. Sul nuovo album abbiamo una canzone, “Thousandfold”, che parla della lotta per la libertà del popolo svizzero durante le guerre galliche…tutto ciò che sappiamo di questi combattenti per la libertà lo sappiamo dai loro nemici, dai Romani, dai quali furono attaccati e sottomessi…oggi sappiamo dalle testimonianze storiche che molte delle cose scritte su di loro dall’Imperatore (suppongo si riferisca a Giulio Cesare, ma lo chiama così…ndr) non solo non erano argomentate con neutralità, ma furono un primo esempio di propaganda politica necessaria a giustificare la guerra…ricordo che un giorno, dopo aver terminato la scrittura dei testi per l’album, mi trovavo in studio con Anna (Murphy, vocalist della band, ndr) alle quattro del mattino a parlare di questa cosa, e ci siamo accorti di quante somiglianze si possono trovare in quello che succede oggi…ad esempio, prendi la politica estera degli USA e la guerra contro Saddam Hussein, non voglio dire se è stato giusto o sbagliato, non mi interessa, ma è ovvio che la storia delle armi atomiche è stata creata ad arte per giustificare la guerra contro di lui… ancora oggi nessuno può provare con certezza se avesse o meno le armi atomiche…era solo propaganda, capisci? Stavamo appunto discutendo di questa cosa in studio, ed è shockante constatare quanto poco le cose siano cambiate rispetto a duemila anni fa. Non abbiamo imparato niente dalla storia e continuiamo a commettere gli stessi errori…
Sarete in tour in Italia…?
Sì, attorno a Marzo. Per la precisione, saremo a Bologna il 2 Marzo e credo sia l’unica data prevista in Italia…fammi controllare (probabilmente è a davanti al PC…)…confermo, è l’unica data, per ora.
Ti ringrazio della chiaccherata, Chrigel…vuoi dire qualcosa ai fan italiani e ai lettori di heavy-metal.it?
Grazie del supporto e dell’interesse verso la band!