In occasione del Liffrock Fest ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Aydan, chitarrista degli Elvenking, che ci parla delle novità in seno alla band e dell’imminente nuovo album.
Ciao Aydan, benvenuto su heavy-metal.it! Possiamo fare il punto della situazione? So che ormai il nuovo album è praticamente pronto.
Allora…l’album per quando riguarda le registrazioni è pronto, in questo momento siamo in fase di mixaggio, anzi a dir la verità Dennis Ward (produttore e membro dei Pink Cream 69, ndPerf) adesso sta mixando l’album in Germana anche se da oggi già un nuovo pezzo è già online (The Cabal, ndPerf) dato che è stato richiesto per una compilation della AFM Records ma non sarà la stessa versione del disco perché ci stiamo ancora lavorando. Abbiamo mixato circa metà album e contiamo di finire quanto prima.
Avendo appunto ascoltato questo nuovo pezzo ho notato che ha un taglio decisamente melodico, puoi darci qualche anticipazione su quello che sarà il sound dell’album?
Sì. sicuramente rispetto a “The Scythe”, che era un disco molto heavy, questo nuovo album sarà molto melodico. Mi è difficile dirti con precisione perché dobbiamo ancora sentire tutti i pezzi nella versione definitiva e finché non abbiamo l’album dalla prima all’ultima canzone è un po’ difficile descriverlo ma di sicuro…possiamo dire che The Cabal” è una specie di ballad e quindi non è una canzone indicativa per capire l’album, è una delle due canzoni lente, però di sicuro il taglio del disco sarà molto più melodico e avrà delle sonorità quasi rockeggianti, molto romantiche e certamente meno heavy di “The Scythe”.
Rispetto a “The Scythe” che aveva delle liriche piuttosto oscure, cosa puoi dirmi dei testi del nuovo album?
Come ti dicevo per la musica, anche le liriche saranno molto differenti da “The Scythe”, un cui abbiamo voluto immergerci nella descrizione di temi piuttosto oscuri e difficile da trattare o comunque di situazioni che poi portavano anche la musica ad essere molto cupa. Mentre questo nuovo album è molto più melodico (non vorrei dire allegro…) e sicuramente molto più solare e positivo. E di conseguenza le liriche saranno veramente differenti da quelle di “The Scythe”.
Nel vostro repertorio avete sia canzoni heavy e d’impatto che pezzi più lunghi e articolati. Quando componente vi viene naturale o lo decidete a priori?
Ti posso dire rispetto anche alle composizioni del nuovo album…di solito tendiamo sempre a fare tre o quattro pezzi in più in modo da cercare di fare una selezione nostra soprattutto se ci accorgiamo che ci sono troppi pezzi di una certa tipologia…quindi se vediamo che ci sono troppi pezzi lenti o troppi pezzi veloci cerchiamo di eliminarne qualcuno in modo che l’album abbia una certa varietà che per noi è fondamentale perché penso che ogni album non sia paragonabile a quello precedente. È una cosa molto importante per noi.
L’ultima volta che ho avuto modo di vedervi dal vivo (per la serata del compleanno dei Secret Spere) avevate qualche problema di line-up; attualmente avete risolto questi problemi?
Sì, io in quel periodo non c’ero in quanto ero infortunato e quindi sono stato sostituito per quattro date mentre il violinista che suonato quella volta (Lethien, ndPerf) era al suo primo concerto con noi e ci sarà anche questa sera perché il nostro violinista ufficiale Elyghen vive ancora in Irlanda quindi per il momento lo abbiamo sostituito e anche se lo consideriamo ancora parte della band ma finché non deciderà di tornare in pinta stabile sarà molto difficile gestire le cose.
Voi siete sempre stati definiti come una band “folk metal” ma in realtà avete album come “Two Tragedy Poets” o “The Scythe” che hanno suoni abbastanza diversi. Vi identificate con quell’etichetta, vi sentite prigionieri di essa o ve ne fregate?
Alla fine ce ne freghiamo! Nel senso che è una cosa che magari all’inizio ti può quasi dar fastidio anche perché andando ad analizzare oggettivamente il nostro sound penso che, sì, abbia delle influenze folk, ma è solo una delle piccole parti che compone il nostro suono che è fatto di molte sfaccettature. Se uno legge l’etichetta “folk metal” e si aspetta un gruppo tipo Korpiklaani sicuramente ne rimarrà deluso…non siamo questo. E il nuovo album, pur avendo delle parti folk, ha tante altre cose…per cui è un etichetta che a mio avviso ci sta stretta. D’altro canto io stesso non saprei come altro definire il nostro genere per cui non è che ci facciamo dei problemi.
Gli Elvenking sono una delle poche band italiane ad avere un certo successo in Europa, però qui in Italia nonostante siate apprezzati vi si vede poco in giro, ad esempio mancate nei festival più importanti… Secondo te come mai?
Vorrei chiederlo io a te! In realtà per i festival medi non ci sono problemi…ad esempio adesso abbiamo dovuto dire di no all’Agglutination per nostri problemi personali ma suoneremo al Rock Hard Festival a settembre. Però se parliamo di festival grossi (uno in special modo)…il perché non veniamo chiamati onestamente non lo so. Probabilmente non abbiamo alle spalle gente che “lavora” con altra gente…ed avendo un etichetta e un manager tedeschi siamo un po’ fuori dal giro…purtroppo in Italia funzionano ancora le amicizie e i contatti…
Il primo aprile avete inciso una cover scherzosa insieme ai Trick Or Treat: come vedi la scena italiana? C’è collaborazione tra le band?
Guarda…abbiamo partecipato da poco all’“Italian Headbengers Fest” in cui erano riunite alcune delle band di spicco qui in Italia che però per una serie di motivi non vengono considerate dal grandissimo pubblico… C’eravamo noi, c’erano i Secret Sphere, c’erano i DGM ecc…ed è stata una cosa organizzata proprio dalle band stesse per dimostrare che c’è una scena metal importante in Italia che però magari non viene considerata rispetto a quei nomi che invece vediamo sempre solitamente ai grossi festival. Quindi c’è sicuramente della collaborazione tra tutti e la voglia è proprio quella di cercare di portare la musica metal in Italia al di fuori di quelli che sono i soliti circuiti.
Facendo un passo indietro e ritornando a “The Scythe”…non so se siete soliti leggere forum o i commenti dei fans su internet…ma all’epoca avevo letto qualche lamentela per via di un presunto allontanamento dal sound dei primi dischi… Tu cosa ne pensi di questi “rumors”, come band ne date peso oppure continuate per la vostra strada?
Capita ovviamente di passare per certi forum o leggere i commenti su youtube… Spesso quello che ne viene fuori è una certa superficialità di base… La difficoltà di internet è sempre capire chi c’è dietro a questo commento perché se uno mettesse la sua faccia o la sua età potresti avere magari un’idea del tipo di commento che viene fatto. Se dietro un nome altisonante magari scopri che c’è un ragazzino di 13 anni allora potresti capire che magari il suo commento è dettato da dalla giovane età… Comunque io penso che la gente che veramente ne sa di musica non scrive commenti affrettati o offensivi su internet ma tende a giustificare il proprio pensiero; quindi io cerco di capire i commenti che mi sembrano motivati, gli altri ovviamente li bypassiamo!
Parlando invece di “Two Tragedy Poets”, avete sempre detto che si è trattato di un esperimento… Come lo possiamo considerare, come un episodio a sé oppure qualcosa che avrà un seguito o semplicemente come una delle vostre facce?
Beh…è una nostra faccia che volevamo poter sviluppare appieno…il lato acustico, avere a che fare con suoni leggeri, con sonorità più malinconiche slegate dagli strumenti elettrici… È stata una necessità che è anche venuta dopo la pubblicazione di “The Scythe” che è un disco molto heavy… Al momento non mi verrebbe da dire che abbiamo la necessità di farne un secondo episodio, ma ci stava bene dopo una serie di album elettrici. Personalmente è un album che mi è piaciuto moltissimo fare…è stata proprio una sfida di cui nemmeno noi eravamo consapevoli se fossimo stati in grado o meno di affrontare perché è una cosa che ci appartiene, ma non in toto…
E invece un album da vivo visto che ormai avete pubblicato diversi dischi?
Sì. è una cosa a cui stiamo pensando. Personalmente credo che la band non sia ancora pronta da un punto di vista logistico perché per realizzare un disco dal vivo bisogna avere tutto in maniera perfetta per non buttare un qualcosa lì tanto per fare dato che oltretutto oggi si tende a realizzare maggiormente i DVD, visto che il disco dal vivo senza supporto visivo sta quasi scomparendo. Quindi per fare una cosa del genere ci vuole un budget di un certo livello e un’organizzazione tale per proporre un prodotto di buona qualità. È una cosa a cui stati pensando e credo che con la giusta occasione la realizzeremo.
Credi che la AFM, che è un etichetta abbastanza importante, possa supportarvi in questo senso?
Allora…questo album è l’ultimo che noi abbiamo in contratto con loro per cui dopo questo nuovo album dovremmo capire cosa fare, firmare un nuovo contratto e sicuramente inseriremo anche l’opzione del disco dal vivo.
Ok Aydan, siamo alla fine. Ti ringrazio e chiudi pure l’intervista come preferisci.
Grazie mille a chi ci supporta e per chi supporta il metal italiano anche al di là dei soliti nomi proposti e cerca di valutare la vera qualità delle band, scoprendone anche di nuove.