Secondo lavoro discografico per i power metallers greci Elwing che, con questo album, dimostrano di aver raggiunto una buona maturità artistica. Una delle caratteristiche che emerge chiaramente sin dal primo ascolto è la presenza di sonorità più rocciose e potenti rispetto ad Immortal Stories. Sin dalle prime note dell’album si può anche notare un miglioramento nel cantato di Koutsasis, che in alcuni punti fa il verso al mitico Rottendhal. Una considerazione particolare va fatta anche per il resto del gruppo che riesce a tessere dei riff che definire assassini diventa limitativo. A differenza del precedente album, i brani che compongono War, contengono degli intro che li rendono ancora più coinvolgenti e attraenti. Anche il recensore più spietato avrebbe difficoltà a fare una selezione di pezzi validi e meno validi. Quest’album può essere paragonato ad un mosaico che lentamente prende forma.
La cosa che colpisce particolarmente in questo prodotto è che, nonostante gli Elwing siano una power metal band classica, ogni loro album riesce sempre ad evitare di cadere nello scontato, grazie anche ad un suono molto pulito ma che, al tempo stesso, è un vero e proprio concentrato d’energia allo stato puro che ti colpisce e ti conquista. Se fossi costretto a citare solo alcuni brani di questo lavoro, non potrei esimermi dal citare At The Gates, con il suo intro alla Manowar, I’ll Live Forever, che contiene un solo di batteria veramente devastante, Sons Of Revenge, che con il suo intro melodico ed epico fa tornare in mente The Bard’s Tale dei mitici Blind Guardian, la titletrack, unico pezzo strumentale che però da solo vale l’acquisto dell’album grazie a dei riff elettrizzanti e che farebbero venire la pelle d’oca anche al black metaller più estremista; ed infine Blood On My Hands, una bellissima ballad con delle ritmiche che esulano parecchio dallo stile Power per spostarsi sui lidi cari all’Heavy Metal più classico ed anche, in alcuni momenti, all’Epic più emozionante e melodico.
Per concludere bisogna dare merito alla Black Lotus che ha avuto fiducia in questo gruppo ma soprattutto al gruppo che ha saputo dimostrare ancora una volta che anche il Power ha ancora qualcosa di nuovo da dire. Voglio concludere affermando che ascoltando gli Elwing ho avuto la prova che per essere bravi non bisogna necessariamente essere dei cloni dei gruppi famosi.