Gli Eneth rappresentano, per il nostro panorama estremo, un piccolo vanto. La loro militanza nel mondo underground viene oggi infranta dall’uscita ufficiale del loro primo lavoro su lunga distanza, tale “Aura Sinfonica”, finalmente fuori dopo i mille problemi riscontrati con la precedente ed inaffidabile label che ne deteneva i diritti.
La proposta dei nostri, da sempre circoscrivibile all’interno dei confini avantgarde black, assume in questo lavoro una dimensione decisamente più matura e professionale, complice anche una produzione decisamente all’altezza delle qualità della band. “A Disharmounious Suite To Aphrodite” rompe gli indugi con l’ascoltatore ed il risultato è subito di qualità elevata, con una struttura metrica in continuo fermento e degli arrangiamenti di chitarra davvero ottimi. Le successive composizioni, ad eccezione della sola e piuttosto anonima “Fragments Part. I: Abstraction & Empathy”, si mantengono su questi livelli e sfiorano il sublime con la strumentale ed avvolgente “Fragments Part. II: Images/Labyrinth”, davvero incantevole. La fantasia compositiva è, dunque, una delle armi migliori degli Eneth, anche se a volte la band si lascia andare a veri e propri “omaggi gratuiti” nei confronti dei maestri Arcturus e Vintersorg.
Cambi di tempo, stacchi atmosferici, ritmiche complesse e sporadiche incursioni di clean vocals regalano a questo “Aura Sinfonica” una dimensione molto particolare e variegata, in cui anche una buona dose di (studiata ed elegante) melodia viene costantemente messa sotto i riflettori. L’apporto delle tastiere, poi, diventa fondamentale ai fini della riuscita complessiva del lavoro, sicuramente indispensabili per un genere molto particolare come questo. Insomma, sebbene ci sia voluto qualche anno in più del previsto, “Aura Sinfonica” è finalmente fuori per declamare a tutti quanto potenziale racchiuda al suo interno la creatura Eneth, a ragione ritenuta una delle compagini estreme di maggior qualità della nostra scena.