Debutto per i piemontesi Eptagon, arrivati al contratto discografico da poco, grazie all’interesse della Evil Cemetery Records, e autori di questo EP.
Puro black metal, primordiale e crudo anche se non si arriva a tassi di violenza e brutalità dei maestri norvegesi e scandinavi in genere.
La prova dei quattro componenti della band e del drummer Adezell, che ha lasciato la band, è comunque valida anche se 25 minuti possono essere abbastanza per un EP ma sono pochi per poter dare un giudizio definitivo su un lavoro, soprattutto se di una band emergente e di cui ancora si conosce poco o nulla.
Di certo salta all’orecchio come i membri sembrino più a loro agio quandi i ritmi restano drammatici e lenti, quando la violenza trasuda più dall’atmosfera creata che non dal puro e diretto impatto sonoro. “Il Fuoco di Vesta” è il primo esempio di quanto detto: il drumming è preciso e il cantato non va in affanno nella disperata rincorsa del ritmo giusto, creando così song veramente apprezzabili, per di più spesso cantate in lingua madre. Anche “Ares Ares” può essere ascritta aquesta categoria, dove il riff non è nulla di trascendentale ma colpisce subito, e batteria e voce, a tratti puntuale e cattiva al punto giusto, a volte da rivedere, si dimostrano all’altezza.
Purtroppo non mancano i momenti grigi, non nel senso black del termine ma nel senso che sono rivedibili e devono essere corrette per poter salire la “scala” dei valori del mondo musicale.
Il problema arriva proprio quando si vuole pigiare il piede sull’acceleratore: batteria e voce escono dal solco, lanciandosi in ritmi affannati e frenetici ma un po’ discordanti e alla lunga eccessivamente confusionari. “Terra Silente” e “Discrimen” non fanno che confermare questa idea, non andando assolutamente ad intaccare la buona prova generale del combo, ma abbassando per forza di cose la votazione e soprattutto facendoci capire che la voglia di fare e anche la capacità ci sono, ma il lavoro da compiere è ancora tanto… Intro e Outro non donano niente in più al disco, e servono solo per non farlo iniziare e finire in maniera traumatica e violenta, dunque con un duro assalto sonoro.