Trofarello, provincia di Torino. Paesino tranquillo, qualche sagra, il mitico ristorante Excalibur che fa il cosiddetto “giropizza” (mangi pizza a schiattapanza), e Toni Scanta, un ometto di 50 anni che oltre ad essere un’autentica enciclopedia vivente del rock, gestisce Il Peocio, un circolo culturale che ogni tanto lascia a bocca aperta per i nomi delle locandine dei concerti che espone. Come Eric Martin, perlappunto. E gli Elektradrive come openers.
Nati all’inizio degli anni ’80 come Overdrive, a seguito di un orientamento di sound più marcatamente elettronico, il quintetto Taurinense si ribattezza Elektradrive. Correva l’anno 1983, e di li a poco, lavori dopo lavori, cominciarono a piovere consensi da stampa nazionale ed Internazionale, fino allo sbarco nel 1990 negli States per dei live. Nella line-up attuale, gli Elektradrive sono:
- Elio Maugeri – voce
- Simone Falovo – chitarra
- Stefano Turolla – basso
- Alex Jorio – batteria.
Si esibiscono al Peocio in acoustic, e per me è la prima volta. Mi hanno impressionata notevolmente, ‘sti quattro signori qua. Voce eccezionale, compattezza d’esecuzione ineccepibile, tecnica, esperienza, e… tanto amore per la musica. Contrariamente a quanto alle volte percepisco durante un concerto, gli Elektradrive non erano lì per “propormi un prodotto”, confezionato e messo a punto per la vendita, ma erano li per suonare e per fare ciò che amano di più. non so se rendo l’idea. Un raffinatissimo AOR messo a punto con stile, grinta e classe da vendere.
Setlist:
Escape from the Rock —> Big city
Feed the Ground —-> Living 4
Fly high (Hero) —> Big city
Living 4 —-> Living 4
Dirty war of bloody angels —-> Living 4
Back on the road —–> Due
A man that got no heart —–> Due
Burn (Deep Purple)
More than a feeling (Boston)
Muove quindi i suoi passi sul palco Eric Martin, che prima dell’inizio del concerto si era intrattenuto a lungo chiacchierando di gusto coi presenti. Piccolino, magrolino, occhietti vispi, sembra un folletto in panni da civile! Qualche simpatica chiacchiera in Inglese tra un pezzo e l’altro, qualche manata di prepotenza sullo strumento e un paio di corde che volano così, en passant, e il buon Eric mette a segno uno show dalla semplicità disarmante. Abbiamo davanti una delle più grandi voci, uno dei più grandi interpreti mai esistiti, e ce l’abbiamo lì, nel club sotto casa, che imbraccia un’acustica, e canta, intrattiene, interagisce, come se niente fosse, con lo stesso entusiasmo con cui qualche anno fa calcava il palco di Budokan. La seconda data del suo tour acustico (il giorno precedente era stato al Woodstock di Grandate – CO) ha richiamato l’attenzione di molta gente, le cui aspettative, sono sicura, non sono state tradite.
Qui di seguito la setlist:
Rose Alone
Electrified
Something There
Kansas
Kisses Stain
Only a Moment
Where do I fit In
Vodoo Kiss
Going Sane
Have I been Here
Going Where the Wind Blows
I can Die Now
Water over the Bridge
Don’t Stop
Wild World
To be with You.
STAY ROCK!