1988: annata storica per il metal e l’hard rock. Non so quanti capolavori siano usciti in quell’anno, tra i primi che mi vengono in mente “Seventh Son Of A Seventh Son” e “Operation: Mindcrime”. Ovviamente se non sapete di cosa stiamo parlando, tornate pure a leggere il Cioè.
In quello stesso anno, magari un po’ in sordina, usciva anche “Out Of This World” degli Europe, successore del famigerato “The Final Countdown”, apice commerciale del gruppo svedese (disco da oltre 10 milioni di copie). Nonostante un buon riscontro in termini di vendite, “Out Of This World” non si avvicina nemmeno lontanamente al successo di “Countdown”, risultando spesso sottovalutato. Ebbene…“Out Of This World” non ha nulla da invidiare a “Countdown” e forse gli è addirittura superiore!
Ma andiamo con ordine…innanzitutto all’epoca c’è da segnalare un importante avvicendamento in seno alla band: infatti lo storico chitarrista John Norum saluta tutti e viene sostituito da Kee Marcello. Ora non voglio perdere tempo in una disamina tecnica, tra chi dei due sia più cool o suoni più veloce. Fatto sta che Marcello si è rivelato un chitarrista superlativo e il suo stile melodico e pulito dall’alto tasso tecnico si sposa alla perfezione col sound di questo disco. È infatti questa la chiave di lettura di “Out Of This World”, un album che mette la tecnica dei musicisti a servizio di una grande melodia. Già dall’opener Superstitious si evince quanto appena scritto: brano che oserei definire perfetto, in cui la voce cristallina di Joey Tempest ci prende per mano e ci guida fino al coro dall’alto tasso glicemico, coadiuvato dalle tipiche tastiere ruffiane di Michaeli. Solo di Marcello che fa letteralmente sbrodolare!
Anche la successiva Let The Good Times Rock è un caposaldo dell’A.O.R. con melodie irresistibili che si amalgamano con il suono rockeggiante delle chitarre. Ancora una volta Marcello sugli scudi grazie ad una prestazione mirabolante. Open Your Heart è la riproposizione del medesimo brano presente sull’album “Wings Of Tomorrow” (1984): in questa nuova veste, la canzone mette ancor più in risalto la melodia e la dolcezza rispetto alla versione originale, leggermente più veloce.
Con More Than Meets The Eye si torna sui sentieri di un rock più corposo senza però abbandonare lo “zucchero” dell’A.O.R. grazie ad un coro davvero coinvolgente. Coast To Coast è invece la classica ballad in pieno stile bonjoviano che spezza un po’ il ritmo. Ritmo subito ritrovato con Ready Or Not, brano sfrontato e accattivante che miscela alla perfezione il lato più rock delle chitarre con quello più melodico delle tastiere.
Tutto il disco si mantiene su livelli molto alti, anche se, personalmente, il brano Sing Of The Times mi fa impazzire, grazie alla voce angelica di Tempest che fa volare (e ti fa volare!) in alto la melodia del coro. Anche Never Say Die si evidenzia mantenendo gli stilemi del disco grazie al suo mix tra rock ruffiano a stelle e strisce e una verve più epica decisamente europea.
“Out Of This World” si conferma quindi un disco imperdibile per tutti i fans degli Europe ma allo stesso tempo una tappa obbligata per gli amanti della melodia supportata da dei grandi musicisti. Se fate parte anche voi di quella fascia di ascoltatori che si è fermata a “The Final Countdown”, fate pubblica ammenda e procuratevi subito “Out Of This World”, c’è sempre tempo per rimediare.