Con copevole ritardo mi appresto a recensire il nuovo album dei nostrani Eversin, e me ne scuso con i lettori. Come il nome potrà suggerire TRINITY: THE ANNIHILATION è il terzo lavoro del terzetto, ormai quartetto a tutti gli effetti con l’ingresso definitivo di Danilo Ficicchia dietro le pelli. Fortunatamente sono state superate le “problematiche” inerenti l’abbandono di Angelo Ferrante al microfono. Questo terzo lavoro in studio è perfetto sotto tutti i punti di ascolto, di forma di violenza sonora. Questo è un album cattivo, pesante, senza fronzoli adatto solo a chi vuole sentire la vera essenza del Thrash più tecnico e psicopatico. Mai una reale pausa in queste otto tracce scritte e suonate da chi sente scorrere nel sangue il Thrash, si quello con la T MAIUSCOLA! Se volete suoni patinati, melodie graffianti e doppia cassa per affermarne la presenza lasciate perdere gli Eversin. Non fanno per voi. Dovete scuotere quella cavolo di testolina, siete metallari: sotto palco dovete brutalmente sudare, muoversi fino al cedere delle vostre forze. Non avrete tregua; inutile fermarvi a prendere fiato. La produzione e i suoni si rifanno dichiaratamente retrò quindi. Se affermate che non inventano nulla di nuovo, non avete capito nulla della musica di oggi. L’importante è fare OTTIMA musica, scritta e suonata sinceramente. E gli Eversin sono uno dei migliori esempi nostrani.
Una sezione ritmica a dir poco spaccaossa ad opera di Ignazio, Giangabriele e Danilo, rispettivamente basso, chitarre e batteria. Il risultato complessivo è veramente notevole e surclassa i precedenti lavori. Lo stesso Angelo, al microfono, ha avuto una maturazione straordinaria. Era già cattivo nel cantato in passato, ma in Trinity ha lavorato tantissimo e i risultati sono evidentissimi. Sarà stata l’importantissima (ASSOLUTAMENTE!) attività dal vivo suonando a fianco di gruppi quali death Angel e in vari festival europei, ma Trinity segna il passo decisivo verso l’olimpo dei gruppi italiani di metal pesante che non hanno assolutamente nulla da invidiare a quelli esteri.
Lascio in coda la segnalazione della presenza di due ospiti prestigiosi come James Rivera in FIRE WALK WITH ME e di Glen Alvelais in WE WILL PREVAIL, perchè sono solo un contorno e non il fulcro su cui deve far leva il peso di questo lavoro.