Dalla Germania arrivano gli Evidence One, band di hard rock roccioso dai riff granitici e battaglieri che promette di infiammare le casse del mio stereo per molto tempo. Con “Tatooed heart” i tedeschi raggiungono il traguardo del secondo disco e lo fanno in maniera esplosiva, regalando a tutti i loro fans un album con i botti capace di avvampare gli animi sin dai primi ascolti.
Sebbene il gruppo abbia sfornato solamente due platter, i musicisti che suonano sono delle vecchie conoscenze per chi, come me, ascolta moltissimo hard rock e AOR. Infatti, i tre quinti degli Evidence One costituiscono anche il nucleo originario e attuale dei Frontline nota e storica band AOR che proprio in questo 2004 è ritornata sulle scene con “The seventh sign”. Le sonorità di “Tatooed heart” sebbene facciano tornare in mente il classico sound dei Frontline, sono incentrate su riff più cattivi e di immediata presa che riescono a scatenare fin da subito uno sfrenato headbanging; insomma mentre i Frontline puntano maggiormente sull’AOR con gli Evidence One ci troviamo in presenza di un gruppo hard rock, veloce, diretto e dalle melodie assolutamente incredibili e devastanti. Ottima la prova dietro al microfono di Carsten “Lizard” Schulz (Midnite club e Domain) che si dimostra sin da subito un cantante aggressivo e dalla voce “sporca” che ben si sposa con le canzoni create dal gruppo.
Robby Boebel alla chitarra si svela alquanto ispirato sia in fase ritmica sia solista ed assieme al suo compagno Wolfgang “Schimmi” Schimmer sfodera tutta una serie di riff e soli che non mancheranno di esaltare l’ascoltatore. Tra tutti i dieci pezzi presenti in questo dischetto non c’è un solo attimo di tregua o di respiro, strofe accattivanti anticipano ritornelli melodici e soli tecnici e melodici s’inseguono tra di loro in un continuo susseguirsi di fughe. Ottima anche la sezione ritmica di Rami Ali e di Thomas “Hutch” Bauer che conferiscono ai pezzi un groove davvero corposo e denso che li rende ancora più “cattivi” di quanto non siano.
Sono splendidi pezzi come “Moonsigh” mid tempo incentrato su un riff di chitarra pesantissimo che dopo il primo ascolto rimane già in testa; si continua ancora con “Virus in my vein” dove i tedeschi schiacciano sull’acceleratore e velocizzano di molto l’andamento dei loro pezzi puntando più questa volta sul metal classico che sull’hard rock fino ad arrivare alle tipiche cavalcate maideniane con “Written in blood” che si dimostra uno degli highlights di questo nuovo disco; ritorna l’hard rock melodico con la title track “Tatooed heart” e con “Infinte Seconds” che si snodano attraverso ritmiche potenti ed entusiasmanti complice anche un cantato davvero azzeccato ed impetuoso. Tempo di lenti ed esplode “In love and war” che dopo un breve inizio molto melodico e dolcissimo (che mi fa pensare di essere in presenza della classica ballad) velocizza il suo andamento e gli Evidence One ripartono di nuovo per regalarci un altro pezzo fantastico. Chiudono il disco “Slave to the machine”, “Anything I need to war” e “Child of insanity” brani che tornano a fondere aspetti tipicamente classic metal con soluzioni musicali più hard rockegianti ed aggressive.
In definitiva questo è un altro di quei dischi che non dovrebbero mancare all’interno della discografia di una persona che si reputa “intenditore di musica” o semplice amante del metal e dell’hard rock. A rendere ancora più scoppiettante e frizzante questo disco è proprio la sua produzione, davvero notevole, elettrizzante ma soprattutto potente! Consigliato a tutti quanti. Se invece volete qualcosa di un po’ più “leggero” e rilassato allora vi raccomando i Frontline che non sono altro che una versione un po’ più “tranquilla” di questi Evidence One.