Ma mamma Nuclear Blast sta tentando di fare il grande salto? No, perche’ ultimamente sta sfornando parecchi dischetti di gruppettini che strizzano l’occhio al mainstream, ed i Farmer Boys fanno parte di questi.
La loro musica infatti e’ una miscela di momenti “pesanti”, chitarroni e qualche “tirata”, ma il tutto e’ annegato in abbondanti dosi di melodie ultracatchy, suono moderni dal tipico “sapore nu”, qualche dose di elettronica e parecchie spolverate che molti chiameranno gothic, ma che invece si ispirano alla wave ottantiana. Insomma, per quanto si possano infamare va dato atto ai Linkin Park di avere fatto scuola, e certe ispirazioni qua appaiono evidenti…
Tutto questo per chiarire subito che se siete dei duri e puri questo disco vi fara’ schifo, tuttavia va detto che se non vi dispiace la spudoratezza di un approccio decisamente commerciale, allora questo disco potrebbe fare per voi… pensate a “Like Jesus wept”, uno dei momenti migliori dell’album, un pezzo che si apre con dei chitarroni molto “groovy” sui quali poi si staglia un cantato ultramelodico dal ritornello che si stampa in testa (dai, ammettiamolo, effettivamente i ritornelli dei Linkin Park la hanno questa capacita’…), oppure “Stay like this forever”, un pezzo nel quale sono state profuse parecchie dosi di elettronica davvero accattivante, sia nell'”effettare” gli strumenti, sia nelle atmosfere create per la voce.
Altro pezzo decisamente catchy e’ “Trail of tears”, in cui si fanno notare parecchio le ispirazioni alla wave ottantiana di cui parlavo all’inizio. Parlando di brani un po’ piu’ “pestati” c’e’ invece “Once and for all”, un pezzo un po’ piu’ aggressivo degli altri, anche se la melodia regna sempre sovrana, discorso simile si puo’ fare per l’opener “For the world to sing”, dove la componente melodica e’ ancora piu’ in risalto, ma ci sono degli stacchetti piu’ aggressivi, mentre invece la conclusiva “Get crucified” alterna momenti piu’ aggressivi ad altri piu’ elettronici…
Abbiamo poi anche qualche brano piu’ atmosferico come “Home is where the stars are”, che si apre con un vocalizzo femminile, sul quale poi subentrano elettronica e chitarroni, oppure “In my darkest hour”, con tanto di arpeggino iniziale. Insomma, l’album e’ abbastanza vario, pur avendo la caratteristica comune di essere decisamente “easy”, tanto che vedrei bene parecchi di questi pezzi su Mtv.
Detto questo il disco l’ho apprezzato, si fa ascoltare senza tanti pensieri, tiene compagnia ed e’ divertente, di certo non lo ascoltero’ piu’ fra un po’ di tempo, ma per ora me lo gusto parecchio.
A questo punto dovreste avere abbastanza dati per capire se questo “The Other Side” fa per voi o no, in ogni caso dubito che questi Farmer Boys riusciranno a sfondare nel genere in cui sembrano volersi fare strada, non tanto per loro demeriti, quanto per il fatto che comunque non so quanto la Nuclear Blast abbia “potere” in questa “zona” (insomma, resta comunque una indie, per quanto grossa, oltre alla grandiosa produzione, che non manca mai, puo’ offrire un supporto per sfondare in ambito mainstream?). Vedremo…