L’attesa è durata parecchio: 5 anni dal loro primo album (“Law of Repulsion”, 2008), e le aspettative per il nuovo lavoro dei norvegesi Fatal Impact crescevano a dismisura… Finalmente, alla fine del 2012 (per il mercato estero) e il 28 gennaio 2013 (per quello italiano), etichetta Nadir Music, vede la luce Esoteria, supervisionato dall’occhio vigile di Tommy Talamanca, secondo full-lenght che vanta 12 brani che girano intorno al tema principale dell’album: il mistero e l’arcano.
Il primo brano, nonchè title-track Esoteria, altro non è che una lunga intro, molto melodica e d’atmosfera, che spiana la strada alla prima vera track dell’album A New Era, dove la chitarra e i suoi riff sono senza dubbio protagonisti. L’idea è buona, il ritmo anche… ma manca qualcosa, forse la voce di Jorn Oyhus non è abbastanza convincente. Quello che ci si aspetta da questa band, il cui stile ricorda un pò gli Helloween, è un power metal che spacchi, che lasci il segno. Purtroppo, dopo soli 8 minuti circa di ascolto, il primo commento, a caldo, è … mah, potevano fare di meglio.
La terza track Where the Alders Grow non propone nulla di nuovo.. quasi 5 minuti che passano inosservati, per poi giungere alla successiva Silent December: punta di diamante dell’album, a mio parere il miglior pezzo tra tutti. Una power ballad suonata dalle chitarre di Per Anders Olsen e Jorn Oyhus che ben si sposano con l’appassionata voce di quest’ultimo.
Ci risvegliamo dal sogno con Endtime Theater e The Blind Mans Eye. Il ritmo si fa incalzante, più potente… Ma solo il ritmo. Di nuovo, la voce di Jorn non da il massimo.
Tecnicamente parlando, la settima track The Arrival è davvero ben strutturata. Atmosfera cupa segnata dal growl del frontman. La carica e l’energia continuano in A View to Hell, Under the Stars, The Final Solace, brani che rimandano un pò ai Metallica. Ma, detto questo, niente di particolare e di nuovo da dichiarare.
Verity of Splendor, più calma e riservata, lascia poi il posto all’ultimo brano dell’album, Funeral, epica song con l’organo protagonista.
Devo ammetterlo: una band con circa 18 anni di anzianità deve fare di più. E loro, i Fatal Impact, sono assolutamente all’altezza delle richieste, hanno potenzialmente tutte le carte in regola per distinguersi dalla miriade di band che ogni anno propongono fotocopie le une delle altre. Esoteria è un album discreto, si fa ascoltare una volta, ma annoia con facilità. Peccato, i ragazzi hanno le capacità ma, forse, non si applicano.