“Il Confine” è il terzo album dei FolkStone. La folk metal band orobica prosegue il suo cammino con questo disco che riprende quanto di buono (molto buono!) c’era nel precedente “Damnati Ad Metalla”, aggiungendo più ingredienti, curando maggiormente i dettagli.
Il disco si apre con la title-track, pezzo fantastico che inizia in modo quasi solenne e si sviluppa in un crescendo che esplode in un coro epico. Si possono avvertire anche lievi influenze orientaleggianti come nel brano del precedente album, Terra Santa. Al solito grande magia creata da questi musicanti, grazie ai suoni delle cornamuse e degli altri strumenti “folk”.
Nebbie è anche il singolo dell’album, brano diretto e d’impatto che si fa apprezzare per la sua forza e per l’accattivante melodia creata dalle cornamuse nel coro. Omnia Fert Aetas è un pezzo particolare che, come spesso mi accade con i FolkStone, ho avuto modo di apprezzare in primo luogo dal vivo. Il brano inizia con delle percussioni che sembrano quasi ricordare una marcia e, un cantato corale ribadisce questa sensazione. Il ritornello è epico ed evocativo, accompagnato da parti strumentali di grande effetto globale.
Con Non Sarò Mai si torna su sentieri più heavy grazie anche a un testo forte sull’indipendenza di pensiero. Brano aggressivo e diretto destinato a fare sfaceli dal vivo, come ho già constatato in prima persona!
Luna è un altro highlight del disco: i FolkStone ci mostrano come si possa scrivere una canzone d’amore senza cadere nel banale e nel melenso. Brano cantato in dialetto che riesce ad essere al contempo sia delicato e che forte, in grado di infiammare i cuori!
Si torna a danzare con Anomalus, composizione strumentale scatenata, una mina impazzita atta scatenare il pubblico dal vivo.
Tutto il disco si mantiene su livelli molto alti, come in pezzi potenti quali Storia Qualunque e Lontano Dal Niente, che miscelano alla perfezione bordate heavy con momenti folkloristici.
Grandi emozioni e pathos nella lenta Ombre Del Silenzio; semplicemente splendida la storia di vendetta di Simone Pianetti che sembra essere la colonna sonora di un film!
I FolkStone con questo “Il Confine” si confermano una top-band a livello europeo, conscia dei propri mezzi e del fatto di poter puntare in alto. “Il Confine”, un disco che fa bene a tutta la scena italiana.