Dopo la grande conferma della bontà di questo progetto avuta con il nuovo album, Damnati ad Metalla, abbiamo raggiunto i Folkstone per una intervista-fiume che spazia dal nuovo lavoro all’aspetto live del gruppo, fino al mondo della musica attuale e non solo… A risponderci, la graziosa Roby, voce e musicista dei nuovi guerrieri orobici!
Allora, innanzi tutto grazie del tempo dedicatoci e benvenuti sulle pagine di Heavy-metal.it. Partiamo subito con l’attualità: nuovo disco nei negozi, Damnati ad Metalla. Quando avete iniziato a lavorare ai nuovi pezzi?
Grazie innanzi tutto a voi per quesa intervista! Ok partiamo subito con l’attualità allora…beh i pezzi abbiamo iniziato a comporli durante l’estate..tra un concerto e l’altro registravamo nuove idee, nuovi giri..tuttavia il grosso del lavoro abbiamo iniziato a farlo a settembre..quando ci siamo potuti un attimo rilassare e concentrare sul serio su ciò che dovevamo fare.
A mio modo di vedere il nuovo album è un grande passo avanti per la band sotto molti punti di vista. Proviamo ad analizzarli insieme. Il primo è il sound generale, che si è fatto più pesante e preciso, con una decisa sterzata verso il metal, ma anche con un ulteriore miglioramento ed una generalizzata diversificazione della componente folk, da sempre marchio di fabbrica del vostro sound . Precisa scelta o i nuovi pezzi sono venuti naturalmente così?
Direi che il suono più pesante, più deciso, è stato cercato fin dall’inizio. L’idea principale era comunque di cercare di “incattivire” la nostra impronta. Tendendo presente nel frattempo la vena folk che abbiamo cercato di miscelare nel miglior modo possibile, vedendo anche i nostri strumenti “tradizionali” (bombarde, cornamuse, ecc. ) non sempre come basi portanti di una canzone, ma soprattutto come abbellimenti.
Il songwriting è molto variegato e più profondo del precedente, andando a toccare temi anche spinosi: si va dalla storia delle invasioni barbariche (Longobardia) ai giovanissimi minatori sfruttati nelle miniere di ferro (Frerì), dalle Crociate (Terra Santa) alle montagne e i loro conquistatori (Nell’alto cadrò). Chi si è occupato di questa parte e da dove nascono questi spunti?
Per quanto riguarda i testi ce ne siamo occupati io (Roby) e Lore. Un pezzo (“Aufstand!”) invece è stato scritto da Yonatan, il nostro fonico-produttore artistico che ha preso parte attiva nella stesura di questo album anche coautore di alcuni pezzi. Il tutto comunque nasce dall’intenzione di trattare temi a cui noi siamo particolarmente legati e a cui vogliamo dare poi un nostro punto di vista. Gli spunti nascono in vari modi; “Longobardia” è nata dalla voglia di narrare delle nostre origini non decantandole attraverso la storiella di prodi guerrieri che conquistano il mondo ma come la storia di un popolo che, come tanti anche oggi, si stacca dalla propria terra portando con sé solo storie passate, per cercare di sopravvivere alla fame ed alla miseria. “Frerì” invece è nato dalla passione per i luoghi abbandonati delle Valli Bergamasche, luoghi impregnati di storie di vita passata, come appunto lo sono le miniere. A queste storie prendono parte anche vite di ragazzini che dividevano la loro misera giornata tra miniere e vita nei campi da coltivare. Il testo di “Terra Santa” è nato semplicemente lasciandoci trasportare dal sound “orientaleggiante” che connota fortemente questa canzone, nata tra l’altro dell’estro di Yoni. “Nell’Alto Cadrò” è una canzone dal sottofondo malinconico, mentre Lnzoore e Yonatan stavano componendo il pezzo, abbiamo appreso la notizia della scomparsa dell’alpinista bergamasco Roby Piantoni caduto in una scalata sul Tibet. Da qui la voglia di dedicare un pezzo a tutti coloro che perdono la vita in montagna inseguendo il loro spirito libero, la loro voglia di entrare in contatto con la natura e l’infinito che la connota. Perchè chi cade sulle vette, può solo cadere nell’alto, con dignità.
Potremmo andare avanti ancora ma il senso è che ogni canzone ha avuto un approccio diverso per quanto riguarda la scelta del tema.
La già citata “Terra Santa” pare mostrare il cambiamento interiore di un Crociato, che parte dall’Europa speranzoso e baldanzoso per le terre d’Oriente e poi scopre che le crociate non sono altro che una normale, sanguinosa guerra in cui la religione c’entra poco o nulla. E’ così?
Esattamente. E’ un uomo che parte convinto di trovare il paradiso attraverso la sete di fede che lo guida e che nel frattempo si mescola alla sete di sangue e vendetta che lo portano invece a massacrare chi, in fondo, è uguale a lui, chi crede nello stesso suo Dio pur se con un altro nome. Le guerre in nome della religione furono solo una farsa ed oggi a quanto pare nulla è cambiato. Il sangue del passato non ha insegnato niente !!!
Nell’opera di lancio di questo album non vi siete risparmiati: accrediti stampa alla presentazione del cd a Trezzo sull’Adda, comunicati, video del primo singolo girato con l’aiuto e la complicità dei fans, tanti concerti già programmati. Quanto vi costa ma soprattutto quanto è importante per voi questo disco?
Questo disco è molto importante per noi, perchè ci abbiamo messo davvero l’anima, espressione un po’ banale, ma rende bene l’idea. Visto che il primo lavoro è stato fatto con ingenuità e voglia di buttarsi. Con questo album abbiamo voluto dire che crediamo davvero in ciò che stiamo facendo, vogliamo che il lavoro fatto piaccia a noi ma anche e soprattutto a chi ci ascolta. Poi per quanto riguarda comunicati, public relations, eventi e robe varie, il nostro manager Richard come sempre si fa in quattro per noi per fare il tutto nel miglior modo possibile (scusa la leccata ma quando ci vuole, ci vuole !!!).
Abbiamo parlato del video di Anime Dannate. Raccontateci da dove nasce l’idea e come è andata la realizzazione…
L’idea è nata dalla troupe “Enter_tain_e_ment” di Genova, a cui ci eravamo affidati anche per la realizzazione del primo video “In Taberna”. L’affinità creativa che ci ha accomunati per il primo video si è infatti confermata con questo secondo. Il tutto comunque è partito dal testo, ovviamente. Narra sì di una storia di eresia e soffocamento di libertà di pensiero e parola in tempi lontani ma trova la sua estensione nella società odierna. Oggi non c’è più l’eresia ma c’è purtroppo la repressione di idee e pensieri liberi e se non si ha il coraggio di spezzare le catene che cingono le nostre menti rimarremo sempre schiavi di vili poteri e vili potenti.
Per qunto riguarda la realizzazione concreta invece, ci siamo recati a Genova. Qui i ragazzi avevano già studiato tutte le locations, il resto è stato freddo, tanto freddo per noi e per le comparse (eravamo in gennaio…). C’era Lore che veniva continuamente spruzzato di un liquido acqua/sangue (quasi gelato) ed era un spasso vedere le sue facce mentre veniva imbrattato!!! Approfitto di quest’occasione anche per ringraziare tutti i ragazzi e le ragazze e il mitico signore in arancione, un operaio di passaggio, e che sono venuti a fare le comparse: sono stati veramente grandi!
“Frerì” è a tratti molto toccante: cosa ci potete dire di questo pezzo?
Beh ci possono essere diverse risposte a questo, la risposta è un po’ soggettiva. Comunque a parere mio è toccante per prima cosa per il testo, di cui abbiamo già parlato. A me vengono sempre un po’ i brividi quando nel ritornello cantiamo “Vecchio dai vita alla poesia” perchè mi immagino sempre i miei vecchi che in montagna cominciano a raccontarmi le loro storie (forse dovrei bere di meno ma in loro compagnia è impossibile…). Poi il coro finale “Damnati ad Metalla” è molto toccante perchè registrato dal coro alpino in cui canta anche il papà di Lore! Oppure anche il pezzo in mezzo di sole cornamuse crea una sorta di particolare atmosfera; una canzone con diverse interpretazioni.
“Vanità di Vanità”, cover di Branduardi, e una nuova versione a cappella di “Rocce Nere” concludono l’album: da dove nascono queste due idee?
“Vanità di Vanità” è una canzone a cui teniamo perchè il suo significato ci rappresenta appieno ed è per questo che abbiamo deciso di metterla nell’album anche perchè è proprio in linea con il resto! Mentre reinterpretare “Rocce Nere” con il coro è stata proprio un’idea del “Coro Le Due Valli” di cui ti parlavo prima. Quando ce l’hanno proposto siamo rimasti basiti (ndr. stupiti) ed emozionati!!! Cavolo…una canzone metal che diventa una canzone per coro!! L’abbiamo sentita per la prima volta in studio ed è stato un momento toccante, davvero brividi lungo la schiena che sono gli stessi che sentono i nostri fans ai concerti quando chiudiamo con questo coro.
Domanda un po’ meno professionale e un po’ più di colore: nei vostri album non manca mai la canzone “alcolica” cioè una song dedicata alla bionda bevanda e alle feste in compagnia. Dopo “in Taverna” del precedente album, “Un’altra volta ancora” dell’attuale nuova relase. Che “rapporto” avete voi con la birra? Ricordo alcuni spassosissimi inviti a dissetarvi rivolti al barista durante il vostro recente concerto al Taurus Cafè vicino a Torino (Ciriè, ndr).
Noi siamo innamorati della birra, è stato amore a prima vista ed è un amore che dura da molto tempo (per il nostro fegato già forse da troppo) e non finirà mai!!! Consideriamo le birrette parti attive del gruppo, in Germania ci dicono che sono il nostro “fuel”. Il palco è più bello e divertente con loro, no??!!! Anzi, adesso me apro una bella fresca, non è come parlarne che ti viene voglia di sorseggiarla… Prosit
La band vista dal vivo sembra un compatto gruppo di amici che si diverte a suonare insieme e far divertire il pubblico. E’ proprio così? Da dove nascono i vostri rapporti?
Sì siamo amici da tempo, chi proprio dalle prime stinche (ndr, tipico bergamasco: ubriacature), chi un po’ dopo, comunque la passione per il divertimento e per la musica ci hanno uniti anche se abbiamo anche noi i nostri momenti di contrasto e i nostri scazzi. Ci piace stare sul palco perchè ci diamo energia a vicenda e ci divertiamo soprattutto quando vediamo che sotto il palco c’è la gente che “la dà fò de mat” ( ndr. da fuori di matto)!
Quanto conta per voi la parte live della vostra attività? Come la seguite? Come nasce e soprattutto come si sviluppa il rapporto con i fan?
Per noi suonare dal vivo è fondamentale. Abbiamo fatto l’album per poter suonare e portare in giro la nostra musica. Lo “spettacolo” si costruisce da sé, tutto nasce spontaneo. Poi una delle frasi conclusive del concerto di Lore è “e adesso ci vediamo tutti al bancone”, ovviamente del bar; ecco dove nasce e si cementa il rapporto con i fans.
Chiudiamo gli occhi e immaginiamo di doverci ritrovare su un palco a dover aprire il concerto di una band, la vostra preferita: chi suonerebbe dopo di voi?
Dunque..ce ne sono un po’ ma penso che la prima band della lista sia “In Extremo” visto che è stato uno dei gruppi fonte d’ispirazione per noi.
Quanto è difficile suonare folk metal oggi? E soprattutto (visto le ottime band presenti sul mercato che hanno portato o riportato in auge il genere) quanto lo era quando avete iniziato voi, qualche anno fa? Non vi ha mai dato problemi salire su un palco con cornamuse e flauti davanti magari a ragazzi che non vi conoscevano ed erano avvezzi al puro heavy metal, magari lontani dalla vostra zona d’origine?
Fare metal in Italia non è mai stato facile e non lo è tutt’ora, girando sento band veramente dotate ma che non riescono ad emergere proprio per la difficoltà di trovare spazi adatti. Noi non abbiamo avuto mai grossi problemi con il pubblico ascoltatore di altri generi. Perchè in fondo eravamo una sorta di novità, una finestra su un genere in piena evoluzione. In più gli strumenti quali cornamuse e bombarde, creavano un certo fascino a prescindere dal genere. Certo, lo scetticismo iniziale l’abbiamo trovato e lo troviamo tutt’ora ma i buoni ascoltatori sanno rimanere fino alla fine e decidere poi, se apprezzare o meno lo spettacolo.
Come vedete la scena Folk Metal mondiale oggi? Chi vi piace e chi invece pensate sopravvalutato (se c’è)?
La scena folk metal mondiale è in pieno fermento. Ci sono un sacco di proposte interessanti e ci sono tanti nuovi gruppi che si stanno facendo sentire. Non penso che ci siano gruppi sopravvalutati e nomi non mi piace farne, ho sempre la paranoia di scordare magari un gruppo che vale come quello citato insomma questa domanda rimane in sospeso. Rifammela alla prossima intervista magari fra un anno…
Il futuro cosa vi riserva a livello live e promozionale?
Il futuro ci riserva un bel tour sia in Italia che in Europa. Giusto in questi giorni dell’intervista su heavy-metal siamo a Praga, poi saremo al Feuertanz a Norimberga (con In Extremo e Subway to Sally), al Northernlight Festival in Austria, all’Ambria Music Festival, al Rock-inn- Somma, ai migliori Motoraduni e tante altre. Anche quest’anno partecipiamo ed organizziamo a fine luglio il “Fosch-Fest II” a Bagnatica (BG) festival gratuito che vedrà come headliner gli Eluveitie e quest’anno come l’anno scorso voi di Heavy-metal.it sarete sponsor-sostenitori artistici…Grazie di cuore.
Siamo quasi alla fine di questa lunga intervista… internet e dowload: opportunità per farsi conoscere anche da persone che non conoscendovi non avrebbero cercato il vostro disco in un normale negozio ma che dopo avervi sentito potrebbero appassionarsi alla vostra musica o rovina del mercato discografico perché riduce gravemente le vendite di cd?
Internet e download sono una fantastica opportunità per farci conoscere. Grazie alla rete abbiamo potuto far circolare molto velocemente informazioni sul nostro gruppo: canzoni, concerti, progetti, insomma è un potentissimo mezzo per farsi pubblicità e quindi farsi conoscere più rapidamente. Non bisogna avere paura di internet, perchè anzi dà la possibilità di scoprire tanti nuovi gruppi. Se poi piace un gruppo sentito in rete, si informa e lo segue poi anche dal vivo e compra il cd, è una sorta di circolo vizioso positivo. Inoltre un cd tante volte non è solo bello da sentire ma anche da vedere come il nostro per esempio (scusate la modestia..ma a me piace) perchè comunque la copertina e tutto l’artwork sono stati disegnati e seguiti dall’artista Jacopo Berlendis che ha saputo dare un tocco in più a tutto lavoro
Fate un saluto “orobico” ai lettori di Heavy-Metal.it!
E’ tarda notte, dopo le birrette sono un po’ provata…cosa posso dire…”forsa amò nnante”!!! ..non so che altro dire..ormai vi ho asciugato tutti..e mi sono asciugata pure io!Grazie, ciao e venite sotto il palco che “an fa casot” e “tutti al banchetto fò de cò”…Le traduzioni fatele voi o imparate il bergamasco che è una bella e facile lingua (ah ah ah ah ah), Ah…un ringraziamento particolare alla webzine Heavy-metal.it che è stata una delle prime a credere in noi e che ci sostiene costantemente. A presto.