Il quintetto capitolino nasce nel 2005, quale seguace di quello che si vuole chiamare swedecore, cioè la fusione del melodic death metal e il metalcore; il gruppo non po’delude le aspettative degli amanti del genere che con questo album autoprodotto intitolato “The Butterfly Effect” segna l’entrata di petto della band nel mondo musicale. Esso è caratterizzato da un sound potente ed elaborato in diverse parti che garantiscono sonorità, aggressiva e violenta. I “Following The Shade” riescono a dare un’impronta personalizzata ad un genere che a molti sembrerebbe tutto uguale; questa personalizzazione avviene grazie all’aumentando del numero di blast beat e con growl più estremo e graffiante rispetto alla media delle produzioni di questo genere.
La mancanza di un contratto discografico per questa band romana non ferma questi ragazzi che riescono comunque a sfoderare un più che accettabile cd di debutto, secondo solo all’uscita di un demo del 2008. Il lavoro presenta le caratteristiche di un prodotto professionale partendo direttamente dall’artwork, che si presenta curato e rilegato a dovere, sfoggiando un’anima di cattiveria e distruttività, infatti essa è interamente ispirata al famigerato “effetto farfalla”,che rimanda al filosofico teoria del caos.
Il cd presenta 11 tracce più una bonus track che riescono bene o male a garantire un ascolto abbastanza scorrevole e apprezzabile. Brani come “Why I Bleed”, “Fornication Under The Consent Of The King”, “Vengeance is Mine” riescono a farsi apprezzare garantendo un ottimo ascolto core di grande tecnica e combinazione strumentale ottimale per la capace costruzione dei brani e l’interezza delle varie fusioni di sound.
Anche se non tutta la produzione del cd sia ottimale, in alcuni tratti la batteria rimane “troppo leggera” per un genere che necessita di una violenta e costante ritmica nelle canzoni; questa sicuramente è una pecca da non sottovalutare. Inoltre le chitarre non eccellono per velocità di riff e incisività, calando vertiginosamente in numerosi frangenti e resuscitando in altri. Intonata ma non impeccabile la voce, che riesce a muoversi dal growl allo scream senza riscontrabile difficoltà e con i tratti in “voce pulita” di “The Wind Is Over” e “Three Steps”.
Comunque tra i brani più riusciti possiamo sicuramente citare: “30 Pieces Of Silver”, “The Others”, “Fornication Under The Consent Of The King” e “Ad Maiora”. Essi garantiscono all’ascoltatore la possibilità di immergersi in violenti sound core, di grande impatto musicale. Infatti “The Butterfly Effect” è da considerarsi un ottimo full-length di debutto,lo consiglio a tutti quei seguaci delle sonorità estreme, orgogliosi di ascoltare della sana musica prodotta nel nostro paese.