Quando si dice “bravi e fortunati”. I Forever In Terror sono una delle tante valide band in giro che, nel periodo di saturazione storica del genere, decide di cominciare a suonare deathcore con la speranza di un contratto. Fantascienza? A quanto pare no se è vero, come è vero, che nel giro di appena tre anni dalla fondazione addirittura la Metal Blade si mobilita per rinverdire il proprio roster con la band più giovane che abbia mai ingaggiato. E’ così che, con un’età media inferiore ai vent’anni, un buon songwriting e nient’altro di fenomenale, i cinque arrivano alla produzione di ‘Restless In The Tides’.
I dieci brani del debutto in questione propongono, dunque, la solita composizione di generi che porta al concepimento di un disco di questo filone. Death di estrazione statunitense, thrash svedese di ultima generazione e spruzzate di hardcore qua e là vanno a riempire gli spazi di un disco denso, incredibilmente piacevole da ascoltare, suonato bene e prodotto ancora meglio. I ragazzi, pur mantenendosi lontani anni luce dal capolavoro, ci sanno fare e piazzano composizioni dinamiche sia dal punto di vista ritmico che da quello melodico, senza perdere mai di vista l’omogeneità globale del lavoro. Il risultato è un’opera completa, senza difetti che prescindano dalla personalità e con una capacità di coinvolgimento davvero lodevole. Cambi di tempo, gusto per assoli e melodie centellinate a dovere, strutture asimmetriche ed un’aggressività grondante sono le caratteristiche fondamentali di un esordio senz’altro felice e riuscito. Una fusione tra Neaera meno furbi ed Unearth meno personali che, lasciando da parte ogni eccezionale proclamo, rimane una delle tante buone proposte di quest’ultimo anno in ambito deathcore. I margini di miglioramento sono enormi, il punto di partenza è ottimo: in attesa di conferme gli amanti del genere potranno incrementare il proprio imbarazzo nella scelta.